giovedì 19 Dicembre 2024
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illy presenta la nuova illy Art Collection dedicata a Progetto Genesi

Cristina Scocchia, amministratore delegato dell'azienda: “Siamo entusiasti di presentare la nuova illy Art Collection firmata da un pool di artiste quali Monica Bonvicini, Binta Diaw, Simone Fattal e Shirin Neshat. L’abilità e il linguaggio distintivo di ciascuna trovano espressione nelle nostre tazzine con una collezione appassionante e carica di significato, che ci induce a riflettere sul dibattito sempre più attuale della condizione femminile nel mondo. Un’edizione limitata che ben esprime il nostro impegno verso questi temi e il profondo rispetto per i diritti umani, fiduciosi che l'arte possa essere un potente strumento per sensibilizzare e ispirare il cambiamento"

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TRIESTE – illycaffè, azienda globale del caffè conosciuta per il legame privilegiato che ha costruito con il mondo dell’arte contemporanea, presenta la nuova illy Art Collection che sostiene il messaggio promosso dall’Associazione Genesi e dal suo Progetto Genesi. Arte e Diritti umani, curato da Ilaria Bernardi: un percorso itinerante che unisce eventi espositivi ed educativi con l’obiettivo di offrire una formazione permanente sul tema dei diritti umani.

La nuova illy Art Collection

Il sodalizio tra illycaffè e l’Associazione Genesi affonda le radici in una fiducia condivisa nella funzione sociale dell’arte – intesa come strumento capace di parlare a tutti e di incidere sulla società per trasformarla e favorirne il progresso – e trova massima espressione nella illy Art Collection realizzata dalle quattro artiste di fama internazionale protagoniste dell’edizione 2024 di Progetto Genesi attraverso focus monografici dedicati a queste all’interno delle quattro mostre incluse nell’iniziativa.

La siriana Simone Fattal, l’iraniana Shirin Neshat, l’italiana Monica Bonvicini e la milanese di origini senegalesi Binta Diaw, ognuna con il proprio linguaggio espressivo, hanno utilizzato la tazzina illy come una tela bianca per riflettere attorno ad alcune delle più urgenti questioni culturali, ambientali e sociali, raccontando la propria esperienza di donne in differenti contesti geografici e sociali e facendosi così portavoce della condizione femminile nel mondo.

“Siamo entusiasti di presentare la nuova illy Art Collection firmata da un pool di artiste quali Monica Bonvicini, Binta Diaw, Simone Fattal e Shirin Neshat – dichiara Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè -. L’abilità e il linguaggio distintivo di ciascuna trovano espressione nelle nostre tazzine con una collezione appassionante e carica di significato, che ci induce a riflettere sul dibattito sempre più attuale della condizione femminile nel mondo. Un’edizione limitata che ben esprime il nostro impegno verso questi temi e il profondo rispetto per i diritti umani, fiduciosi che l’arte possa essere un potente strumento per sensibilizzare e ispirare il cambiamento”.

Monica Bonvicini, artista italiana di fama internazionale con base a Berlino, ha scelto per questa illy Art Collection il motivo delle maglie della catena, elemento che compare in molte delle sue iconiche installazioni, sculture e disegni, ispirati alla serie di disegni rossi “Hanging Heavy” del 2001. Le catene e i loro nodi resi neri per questa edizione si riferiscono a quei momenti che condividiamo davanti a un caffè, scambiandoci idee, impegnandoci in conversazioni, parlando di cose di nuovo. Rappresentano le relazioni e i ricordi, esprimono un senso di comunità e connessione.

Binta Diaw è un’artista visuale italo-senegalese che vive e lavora a Milano. Spesso declinata sotto forma di installazioni di varie dimensioni, la sua ricerca plastica fa parte di una riflessione filosofica sui fenomeni sociali che definiscono il mondo contemporaneo attraverso il corpo e la spazialità. Nella sua tazzina illy Art Collection, Binta Diaw porta lo spettatore nell’esplorazione di molteplici livelli di identità: in particolare, sé stessa come corpo sociale e la sua posizione di donna nera in un contesto occidentale.

Tra le più importanti artiste contemporanee, Simone Fattal è nata in Siria e cresciuta in Libano. La sua ricerca, che si articola nell’impiego di diversi mezzi espressivi, tra cui il disegno, la pittura e la ceramica, evoca l’unione fra dimensione carnale e mistica, realtà e immaginazione. Il gioco di linee e segni colorati che decorano la tazzina illy Art Collection, restituiscono l’intimità profonda dei sentimenti e dei pensieri degli esseri umani ed esprimono il valore e la fragilità della vita.

Shirin Neshat è un’artista visiva iraniana che vive e lavora a NY, conosciuta principalmente per il suo lavoro nel mondo del cinema e per le sue fotografie in bianco e nero che immortalano donne velate sulle quali l’artista sovrascrive versi di poetesse iraniane. Attraverso la rappresentazione del corpo femminile e la scrittura sulla pelle, Neshat esplora la complessità della condizione sociale della donna nella cultura islamica, esprimendo così il suo forte impegno civico a favore del femminismo e contro ogni forma di pregiudizio o censura.

La nuova illy Art Collection sarà presentata in anteprima alla fiera d’arte contemporanea internazionale Frieze London il prossimo 9 ottobre.

La collezione in edizione limitata di tazzine sarà disponibile nell’e-shop illy, negli store (illy Caffè e illy Shop), nei canali della grande distribuzione al dettaglio e nei canali di e-commerce indiretti, in diversi formati:

● Kit da 4 tazzine da espresso al prezzo consigliato di € 94,00
● Kit da 4 tazzine da cappuccino al prezzo consigliato di € 114,00
● Kit da 2 tazzine da espresso al prezzo consigliato di € 51,00
● Kit da 2 tazzine da cappuccino al prezzo consigliato di € 61,00

Riguardo Monica Bonvicini

Monica Bonvicini è emersa come artista visiva e ha iniziato a esporre a livello internazionale a metà degli anni ’90. La sua poliedrica pratica – che indaga il rapporto tra architettura, potere, genere e spazio – si traduce in opere che si interrogano sul senso del fare arte, sull’ambiguità del linguaggio, sui limiti e le possibilità legate all’ideale di libertà. Schietta, diretta e intrisa di riferimenti storici, politici e sociali, l’arte di Bonvicini non rinuncia mai a stabilire un legame critico con i luoghi in cui è esposta, i suoi materiali, i ruoli di spettatore e creatore.

Bonvicini ha ottenuto diversi premi, tra cui il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia (1999); il Preis der Nationalgalerie für Junge Kunst, dallo Staatliche Museen zu Berlin (2005); e il Rolandpreis für Kunst per l’arte nel pubblico della Fondazione Brema, Germania (2013); il Premio Hans Platschek per l’arte e la scrittura, Germania (2019); e il Premio Oskar Kokoschka, Austria (2020).

Il suo lavoro è stato presentato in molte biennali in tutto il mondo, tra cui Busan, Berlino, Shanghai, Santa Fe, Istanbul, Gwangju, New Orleans e Venezia. Gli spettacoli multimediali di Bonvicini sono stati presentati nei principali musei di tutto il mondo, come il MoMa PS1, New York; Palais de Tokyo, Parigi; Arte moderna Oxford; Secessione, Vienna; Hamburger Bahnhof, Berlino; Istituto d’Arte di Chicago; Kunstmuseum Basel; Kunsthalle Fridericianum, Kassel; Deichtorhallen, Amburgo; Centro baltico per l’arte contemporanea, Gateshead; Berlinische Galerie, Berlino; Maxxi, Roma; Belvedere 21, Vienna; Galleria Nazionale di Danimarca, Copenaghen; Kunsthalle Bielefeld; Castello di Rivoli, Torino; Kunsthaus Graz; Art Sonje Center, Seoul; Kunst Museum Winterthur; Neue Nationalgalerie, Berlino. Le opere d’arte installate in modo permanente di Bonvicini si trovano al Queen Elizabeth Olympic Park di Londra, al fiordo di Bjørvika di fronte al Teatro dell’Opera di Oslo e al Weserburg Museum di Brema, tra gli altri. Nel 2012 Bonvicini è stata nominata Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Monica Bonvicini è nata a Venezia e ha studiato arte all’UdK di Berlino e al California Institute of the Arts di Los Angeles. Dal 2003 al 2017 è stata titolare di una cattedra di Arti Performative e Scultura all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Nell’ottobre 2017 ha assunto la cattedra di Scultura all’Universität der Künste di Berlino. Vive e lavora a Berlino.

Riguardo Binta Diaw

Binta Diaw (1995) vive e lavora tra Milano e Dakar. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e all’ÉSAD di Grenoble. Il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre, come Manifesta 15 Barcelona Metropolitan (2024), la Biennale di Gwangju (2024), la Biennale di Liverpool (2023), la 12a Biennale di Berlino, Berlino (2022) e la 13a Rencontres de Bamako / Biennale Africaine de la Photographie, Bamako (2022), la School of Water – Mediterranea – Young Artists Biennale, Repubblica di San Marino (2021), oltre che in mostre personali tra cui quelle alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Magasin CNAC, Grenoble; Prometeogallery, Milano; Galerie Cécile Fakhoury, Dakar; Bungalow ChertLüdde, Berlino. Ha svolto importanti residenze e ha ricevuto numerosi riconoscimenti come la Première laurèate – Prix Carta Bianca 2022, il Premio PART-Rimini, 2022 e la Bourse arts plastiques de la ville de Grenoble 2020.

Riguardo Simone Fattal

Simone Fattal è nata nel 1942 a Damasco, in Siria, ed è cresciuta in Libano, dove ha studiato filosofia all’École des Lettres di Beirut. Si è poi trasferita a Parigi, dove ha proseguito le sue ricerche filosofiche alla Sorbona. Nel 1969 è tornata a Beirut e ha iniziato a lavorare come artista visiva, esponendo i suoi dipinti fino all’inizio della guerra civile libanese. Ha lasciato il Libano nel 1980 e si è stabilita in California, dove ha fondato la Post-Apollo Press, una casa editrice dedicata a opere letterarie innovative e sperimentali. Nel 1988 si è iscritta all’Art Institute di San Francisco, dove è ritornata alla pratica artistica e ha ritrovato la dedizione alla scultura e alla ceramica.

Fattal attualmente vive a Parigi. Il suo lavoro è incluso in diverse collezioni pubbliche, come il Centre Pompidou di Parigi; la Fondazione Yves Saint Laurent, Marrakech; il Museo Nazionale del Qatar, Doha; il Sursock Museum, Beirut e la Sharja Art Foundation, Sharja.

Tra le sue mostre più recenti: Secessione, Vienna (2024); Portikus, Francoforte (2023); KINDL, Berlino (2023); Sharjah Art Foundation, Sharjah (2023); La Biennale di Venezia, Venezia (2022); 16a Biennale di Lione, Lione (2022); 12a Biennale di Berlino, Berlino (2022); Whitechapel Gallery, Londra (2021); Bergen Kunsthall, Bergen (2020); Nuveau Musée National de Monaco, Monaco (2020); MoMA PS1, New York (2019); Punta della Dogana, Venezia (2019).

Riguardo Shirin Neshat

Shirin Neshat è un’artista e regista di origine iraniana che vive a New York. Lavora e continua a sperimentare attraverso la fotografia, i video e i film, che diffonde usando immagini e narrazioni altamente poetiche e politicamente cariche che riprendono questioni di potere, religione, razza, genere, rapporto tra passato e presente, Oriente e Occidente, individuali e collettivi attraverso la lente delle sue esperienze personali di donna iraniana che vive in esilio.

Neshat ha tenuto numerose mostre personali in musei internazionali, tra cui la Pinakothek der Moderne, Monaco; Museo d’Arte Moderna di Fort Worth; The Broad, Los Angeles; Museo Correr, Venezia, Italia; Hirshhorn Museum, Washington DC e il Detroit Institute of Arts. Ha diretto tre lungometraggi, Women Without Men (2009), che ha ricevuto il Leone d’argento per la migliore regia alla 66a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Looking For Oum Kulthum (2017) e più recentemente Land of Dreams, presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia (2021). Neshat ha diretto la sua prima opera Aida di Verdi al Festival di Salisburgo nel 2017 e nel 2022, che sarà riproposta al Teatro dell’Opera di Parigi nel 2025.

E’ stata insignita del Leone d’Oro, del Primo Premio Internazionale alla 48a Biennale di Venezia (1999), dell’Hiroshima Freedom Prize (2005), del Dorothy and Lillian Gish Prize (2006) e nel 2017 ha ricevuto il prestigioso Praemium Imperiale Award a Tokyo. È rappresentata dalla Gladstone Gallery di New York e dalla Goodman Gallery di Londra.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.

Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

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