MILANO – Due donne del caffè questa settimana, alterneranno la propria voce in un’intervista doppia. Ilaria e Lucia Rosito, raccontano il loro punto di vista del settore, dentro cui vivono e lavorano da tempo, nell’azienda di famiglia che ha avuto vita nel 1953, a Barletta, in Puglia.
Ilaria e Lucia, che cos’è per voi il caffè? Un ricordo, un’abitudine, un tramite?
Comincia Ilaria: “Il caffè non è mai per nessuno soltanto una bevanda, ma è sempre un’occasione, un pretesto per condividere, per raccontare. Per me è il racconto di una famiglia, è la storia della mia famiglia, è il ricordo dei racconti del nonno su quanto sia stato difficile nel 1953 per un ragazzo di poco più di 20 partire da zero e rincorre un sogno.
Questa azienda era il proseguimento stesso della casa, il luogo sicuro degli affetti ….
Per noi bambini era un gioco. Infatti, si giocava a macinare il caffè, a venderlo. Oggi il caffè è il mio presente il mio futuro. Ho un chicco di caffè tatuato sul polso, rappresenta la mia identità.”
Continua Lucia: “Il caffè è “mio padre”! E’ quindi una tradizione di famiglia, l’argomento principale del mio quotidiano. E’ la parola che ha contraddistinto la vita di mio nonno e di mio padre e ora la mia. Poi è la mia bella abitudine, un rito speciale che condivido con i clienti; il pretesto per comunicare, per iniziare un dialogo che poi crea
legami che non sono solo professionali, ma diventano di rispetto e di stima, a volte di amicizia.”
Ilaria e Lucia, potrestee descrivere il vostro mestiere?
Ilaria: “A soli 26 anni la mia strada professionale è appena iniziata, quindi è ancora presto per parlare di “mestiere”. In azienda mi occupo di formazione interna/esterna e gestione degli eventi della nostra Accademia del caffè. Per noi la formazione è un’area molto importante.
Un po’ il valore aggiunto che vogliamo apportare in questo complesso mercato. Così, collaboriamo molto con le primarie realtà di settore per costruire una cultura del caffè che vada oltre la tazzina, che possa differenziarsi per qualità in ogni singolo passaggio. Dalla scelta del chicco alla gestione tecnica della macchina. Per questo scegliamo di essere partner dei nostri clienti attraverso una formazione di alto livello che sia riconosciuta e certificata.”
Lucia: Ho iniziato la mia esperienza in azienda addentrandomi pian piano nelle varie aree, dalla formazione all’amministrazione. Per conoscere dall’interno le peculiarità di questo settore. Oggi curo l’Area commerciale, sia dal punto di vista amministrativo/marketing che relazionale. Nel mio lavoro è fondamentale il rapporto diretto con i clienti, soprattutto in fase post vendita. Mi piace a volte consegnare personalmente i prodotti proprio per non perdere il contatto quotidiano con i nostri clienti.
Aldilà del ruolo specifico in un’attività di famiglia. Nonostante ognuno abbia i propri precisi compiti, le cose da fare sono tante e spesso ci si ritrova a svolgere altre mansioni… Ma è anche questo il bello!”
QuandoIlaria e Lucia hanno deciso che il caffè, la cultura del caffè avrebbe potuto essere la sua strada professionale?
Ilaria: “Lo so da sempre, da quando ero piccola ho sempre considerato il mondo del caffè come la mia strada. Subito dopo la laurea sono entrata in azienda, cercando di fare esperienza nelle diverse aree operative per poi costruirmi un ruolo più preciso.”
Lucia: “Io invece l’ho scoperto lavorando qui, quando ho iniziato a conoscere i clienti e a creare una relazione commerciale forte con loro ed ho capito di volermene occupare in prima persona.”
E’ stata solo una scelta lavorativa oppure di vita?
Ilaria:” Lavorare in un’azienda di famiglia è sempre e comunque una scelta di vita, una condivisione di valori e progetti tanto professionali quanto personali. In un certo senso è come essere sempre “in azienda”; perché l’azienda te la porti addosso, la rappresenti in ogni momento, anche in quelli privati. Quindi si, è una scelta di vita.”
Lucia: “Neanche per me potrebbe mai essere una scelta soltanto lavorativa. All’inizio del mio lavoro l’obiettivo era di tipo personale, volevo aiutare mio padre nel suo lavoro; poi ho capito che era anche il mio. Ed è diventata una scelta di vita.”
C’è stato un episodio particolare in cui ha pensato di non farcela e perché?
Ilaria: “In realtà no, non ho mai pensato di non farcela. Fin da piccola mi è stato insegnato con l’esempio che per conquistare le cose bisogna affrontare ogni criticità con impegno e lavoro.”
Lucia: “All’inizio facile non è certo stato: avevo 25 anni e mi sono ritrovata fresca di studi in un mondo che non conoscevo, ma non ho mai pensato di non farcela. Sapevo solo che ci sarebbe voluto tempo e pazienza.”
Che cosa direste a quelle Ilaria e Lucia, in difficoltà?
Ilaria: “Le sorriderei, le strizzerei l’occhio. Le direi …. Batti cinque!”
Lucia: “Le direi che può fare tutto, se solo lo vuole.”
E invece, alle giovani donne che vogliono essere protagoniste nel settore del caffè?
Ilaria: “È un settore storicamente maschile, ma ormai da un po’ di anni a questa parte le figure femminili di rilievo stanno emergendo. Alle giovani donne direi semplicemente ciò che dico a me stessa: di andare oltre le classificazioni di genere e di costruirsi il futuro sulla base dei propri talenti e delle proprie passioni; attraverso lo studio, la formazione costante, e tanto tanto lavoro.”
Lucia: “Direi loro che basta essere determinate e che il vantaggio di essere donne è riuscire ad affrontare le cose in maniera diversa, con gentilezza ed empatia. E si può fare molto!”
La giornata tipo di Ilaria e Lucia Rosito
Ilaria: “In Rosito Caffè la giornata inizia molto presto. Un caffè con i colleghi e poi via, tra clienti, telefoni che squillano, riunioni e l’organizzazione quotidiana delle varie attività che gestisco. Sono giornate dinamiche e sempre diverse. Sono spesso fuori, sul territorio, e questo mi da la possibilità di un costante confronto con i clienti.”
Lucia: “Mi occupo di vendite quindi in qualche modo si può dire che trascorro l’intera giornata con i miei clienti, che sia in ufficio, al telefono oppure direttamente nei loro locali.
Tanti…tanti caffe!”
Pensate che, all’interno del vostro ambito professionale, sia stato più difficile come donna, affermarsi?
Ilaria: “Solo inizialmente. Per una donna, soprattutto giovane, è importante conquistarsi la fiducia del Clienti, spesso abituati a confrontarsi con professionisti al maschile, soprattutto in ambito tecnico.”
Lucia: “Non penso sia una vera difficoltà: ciò che nell’impatto iniziale può sembrare una difficoltà poi diventa invece un vantaggio!”
Come Ilaria e Lucia hanno visto evolversi il settore del caffè nel loro ambito specifico professionale?
Ilaria: “Lavoro in azienda da soli tre anni, ma conosco il mondo del caffè tramite l’attività di mio padre e di mio nonno. Oggi sicuramente il cliente è più esigente, più preparato e pronto a confrontarsi con elementi diversi, ad esempio la qualità del servizio. Sempre più si va oltre il concetto di “prezzo”. Per parlare invece di “valore”. Se penso ad esempio alla formazione, c’è stata una profonda trasformazione culturale nella figura del barista, che sempre più ha voglia di imparare, conoscere, crescere.”
Lucia: “Oggi ciò che fa muovere il mercato è la qualità innanzitutto. Oggi più che mai è fondamentale lavorare sul servizio a 360°, come diceva poco fa mia sorella. Per accrescere la percezione del valore sul prezzo.”
Come intendete la giornata internazionale del caffè? (come ha festeggiato)
“Ilaria e Lucia si alternano, prima una e poi l’altra: ” E’ una giornata importante in cui mettere l’accento sull’importanza del rispetto di ogni fase della filiera, in termini di qualità del lavoro. Credo vada festeggiata ogni giorno, aldilà della data, scegliendo materie prime che garantiscano in primis il rispetto del lavoro di ognuno.”
Lucia: “Condivido con Ilaria, per noi ogni giorno è la giornata del caffè.”
Qual è il tocco femminile che aggiunge qualcosa in più al vostro lavoro?
Ilaria: “L’empatia, il coraggio, la straordinaria forza delle donne.”
Lucia: “Più che “tocco femminile” credo sia una questione di carattere e di personalità…. Ma questo forse dovreste chiederlo ai nostri clienti.”