MILANO – Il settore della distribuzione automatica è duramente colpito dagli effetti
dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 (“Coronavirus”). “I distributori automatici – spiega il presidente di Confida Massimo Trapletti – si trovano prevalentemente all’interno di scuole, università, palestre e centri di aggregazione che per effetto di Decreti e Ordinanze sono chiusi nelle principali Regioni del Nord Italia. A questi luoghi si aggiungono le aziende che, facendo largo uso dello smart working, sono vuote.
Il settore sta vivendo una gravissima emergenza: perde circa 16 milioni di euro a settimana e questo mette a rischio gli oltre 30 mila posti di lavoro, senza considerare quelli dell’indotto”.
Vending sofferente per le chiusure anti contagio
Il settore della distribuzione automatica, in vista del Decreto ministeriale di prossima
pubblicazione contenenti le misure urgenti a sostegno delle imprese, chiede al Governo di riaprire scuole, università, palestre; centri di aggregazione e limitare l’accesso allo smart working in tutte le Provincie italiane che non hanno un’emergenza reale.
“Abbiamo massimo rispetto per le giuste iniziative messe in campo dal Governo per tutelare la salute dei cittadini – spiega il Presidente di Confida Trapletti – però abbiamo visto anche una corsa, dettata dal “panico”, a chiudere scuole, università e promuovere smart working anche in Provincie in cui non è presente l’emergenza epidemiologica. Questo causa danni all’economia italiana senza portare vantaggi sanitari”.
Inoltre, in tutte le Regioni delle cosiddette “zona rossa” e “zona gialla”, il Settore della Distribuzione Automatica chiede al Governo di attuare i seguenti punti
Assicurare l’accesso agli ammortizzatori sociali per le aziende del settore. Senza applicare limiti relativi a comparto e dimensioni dell’impresa, anzianità contributiva dei lavoratori, tipologia del rapporto di lavoro ecc; sospendere e posticipare i ratei dei finanziamenti di capannoni, veicoli, macchinari e di qualsiasi altro finanziamento in essere; ridurre i canoni delle concessioni dei servizi di somministrazione di cibi e bevande tramite distributori automatici nel settore pubblico; infine, identificare contributi a fondo perduto a sostegno della ripartenza delle imprese del settore.
Il Vending ha bisogno di un piano d’azione rapido
“L’aspetto essenziale – conclude il Presidente di Confida Trapletti – è far presto. Non possiamo aspettare di vedere i risultati della crisi delle imprese e della perdita di posti di lavoro perché a quel punto sarebbe troppo tardi”.
Con oltre 800 mila distributori automatici installati in tutta Italia e un giro d’affari di quasi 4 miliardi di euro, il settore del vending è leader a livello europeo. E nel nostro Paese conta circa 3.000 aziende di gestione che danno lavoro a più di 30 mila persone oltre alle aziende di produzione di vending machine, tecnologie italiane vendute in tutto il mondo, e alle aziende alimentari che distribuiscono i loro prodotti (caffè, bibite e snack) attraverso le cosiddette “macchinette”.