MILANO – Secondo un’indagine di mercato effettuata da Berg Insight, il numero dei distributori automatici connessi alla rete, a livello globale, raggiungerà i 3,6 milioni di unità entro il 2020, facendo registrare una crescita annua di oltre il 18%.
Inoltre, sempre entro il 2020, il tasso di penetrazione globale del settore “vending” supererà il 20% nell’ambito della propria nicchia di mercato relativa al “food and beverage”.
In effetti, i distributori di cibi e bevande resi “intelligenti e connessi” offrono molte opportunità: forniscono infatti dati in tempo reale relativi ai consumi, all’inventario ed alle preferenze dei clienti – il tutto mappato sul territorio.
Questo consente non solo di ridurre i costi operativi e di rendere più efficiente e puntuale l’approvvigionamento, ma anche di incrementare le vendite facendo in modo che i cibi e le bevande più gettonati non manchino mai e l’offerta incontri sempre di più gusti ed esigenze dei consumatori.
Con un trend che vede una progressiva riduzione dei costi sia delle tecnologie che della connettività, l’automazione spinta del settore “vending” all’insegna della “centralità dei dati” non può che crescere, fino a far evolvere il settore verso il concetto di “micromarket”: un luogo in cui si passa dal semplice distributore automatico al mini-negozio non presidiato.
Va anche sottolineato che questo approccio digitale alla vendita automatica presenta numerosi vantaggi, sia per gli operatori che per i consumatori; ad esempio è possibile effettuare pagamenti senza contanti.
Ma si possono anche implementare iniziative di marketing estremamente sofisticate connettendo i punti vendita con i dispositivi mobili degli utenti ed utilizzare questo canale a metà strada tra online e offline per offrire loro informazioni supplementari, sconti e promozioni.
