MILANO – Gli effetti positivi del consumo di tè sul funzionamento cognitivo sono noti in letteratura da almeno una ventina d’anni, ma oggi una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Aging, conferma che i consumatori abituali di tè hanno le regioni del cervello più organizzate rispetto al resto della popolazione.
Succede perché i componenti del tè aiutano a migliorare le connessioni tra le parti del cervello.
Nello studio, si sono valutati lo stile di vita e le condizioni di salute di 36 adulti, che si sono anche sottoposti a scansioni cerebrali e test neuropsicologici.
Coloro che hanno riferito di avere sempre bevuto tè, almeno quattro volte alla settimana, presentavano le regioni cerebrali interconnesse in modo più efficiente. E ciò potrebbe avere un effetto positivo sul modo in cui il cervello invecchia, sostiene Junhua Li dell’Università dell’Essex, coautore dello studio.
“Il tè potrebbe preservare l’efficienza nell’organizzazione del cervello mentre negli anni passano, svolgendo un ruolo positivo nella sua protezione dagli effetti dell’invecchiamento”.
Grazie alle migliori connessioni neurali, il cervello è in grado di elaborare le informazioni in modo più efficiente.
Questi benefici sono dovuti agli effetti dei suoi componenti: oltre alla caffeina, presente anche nel caffè, ci sono anche catechina e L-teanina.
La catechina è risultata utile per la salute cognitiva, e in particolare per la memoria. Mentre la L-teanina ha mostrato di ridurre la frequenza cardiaca che aumenta per lo stress.
Ma, quando questi componenti, presenti nel tè verde, nell’oolong (il tè blu) e in quello nero, vengono somministrati da soli, i benefici sono inconsistenti: gli effetti diventano significativi quando queste sostanze vengono combinate.
Ecco perché, quando hai bisogno di sentirti super concentrato ed efficiente sul lavoro, non ti serve un altro caffè, ma una buona tazza di tè.