lunedì 23 Dicembre 2024
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Il tè rosso della Nigeria sbarca a Londra: ecco la scommessa di African Women in Trade

Machugu-Zenz, ceo e fondatrice della piattaforma: “Il nostro primo impegno è informare sulle nuove possibilità che si stanno aprendo grazie all’accordo per il mercato unico del continente che è finalmente in vigore”

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Il tè rosso nigeriano è giunto finalmente in Inghilterra. Il piano di Joy Wanjiru Machugu-Zenz, ceo e fondatrice della piattaforma African Women in Trade, prevede di portarlo anche in Italia. Il tè rosso non è il solo protagonista del progetto: in gioco ci sono diverse opportunità imprenditoriali e diritti sociali. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul Gazzettino del Golfo.

Il viaggio del tè nigeriano in Occidente

ROMA – Il tè rosso della Nigeria è arrivato in Sudafrica. E da lì ha fatto rotta verso nord, oltre il mare, fino all’Inghilterra. “Lo vogliamo portare pure in Italia” ci sorride Joy Wanjiru Machugu-Zenz, ceo e fondatrice della piattaforma African Women in Trade. Alle sue spalle versa tazze e racconta infusi Funke Bolujoko, direttrice di Ruchim, l’azienda produttrice delle miscele di tè, con sedi negli Stati nigeriani di Lagos e di Osun. Non si tratta solo di erbe rosse. In gioco ci sono opportunità e diritti sociali, in Africa e nel mondo.

“Il nostro primo impegno è informare sulle nuove possibilità che si stanno aprendo grazie all’accordo per il mercato unico del continente che è finalmente in vigore” spiega Machugu-Zenz.

La ceo, origini keniane e una vita in Germania, fa riferimento all’African Continental Free Trade Area (Acfta). E sottolinea, in un’intervista con l’agenzia Dire, come il momento di fare rete sia proprio questo: “Abbiamo avviato progetti in otto Paesi, Tanzania, Nigeria, Kenya, Uganda, Angola, Ghana, Malawi e Mozambico; l’Acfta crea le precondizioni per poter accrescere in modo significativo la quota di commercio tra i Paesi del continente”.

La scommessa di African Women in Trade è digitale. “La nostra è una piattaforma per collegare le donne tra loro, puntando su prodotti con valore aggiunto sia per i mercati subsahariani che per quelli europei” continua Machugu-Zenz. Convinta dell’importanza delle reti sociali: “Su Facebook e soprattutto su Linkedin, le imprenditrici mostrano le loro creazioni; finora si sono registrate in 4mila, che adesso sono pronte a cogliere le opportunità del mercato unico”.

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