MILANO – Tornano a impennarsi i mercati del caffè: nel giro di due sedute, New York e Londra hanno guadagnato rispettivamente il 9% e il 7,3% chiudendo, mercoledì 7 agosto, a 246,30 centesimi e 4.481 dollari, ai massimi rispettivamente dal 12 e dal 22 luglio. Un rimbalzo repentino dopo i ribassi di inizio settimana, cui avevano contribuito i dati del nuovo report Ico, che evidenziano un incremento di oltre il 10% delle esportazioni mondiali nei primi 9 mesi dell’annata caffearia 2023/24.
La corsa al rialzo è proseguita nella giornata di ieri, giovedì 8 agosto. Ice Arabica e Ice Robusta sono volate a un intraday rispettivamente di 251,75 centesimi e 4.584 dollari. Ma a quel punto sono subentrate le prese di beneficio, che hanno spinto al ribasso tutte e due le piazze.
New York ha chiuso così a 245,30 centesimi (-100 punti). Londra a 4.436 dollari (-$45). A raffreddare gli animi sono state le cifre diffuse dal governo brasiliano sull’export di caffè verde, che ha raggiunto a luglio un totale di 3.371.100 sacchi, in crescita del 44% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
Questo dato conferma che gli imbarchi del primo paese produttore mondiale continuano a ritmo sostenuto. Cecafé diffonderà le statistiche complete sull’export di caffè in tutte le forme la settimana prossima.
La ripresa di questi giorni è stata determinata dagli aggiornamenti meteo provenienti dal Brasile, dove un fronte freddo in arrivo il prossimo fine settimana potrebbe far scendere le temperature sotto lo zero nel Minas Gerais meridionale, nella giornata di domenica 11 agosto.
Secondo Amanda Souza di Metereo Brasil, le eventuali gelate si manifesteranno in aree circoscritte, ma potrebbero essere di forte intensità.
La notizia ha messo nuovamente in tensione i mercati del caffè, che si erano parzialmente stabilizzati a cavallo del mese.
Cosa è successo nei mercati del caffè
Le stime relative al raccolto brasiliano diffuse nelle ultime settimane hanno ridimensionato le prospettive produttive per l’annata in corso. Vari report sul campo delineano inoltre un quadro poco rassicurante anche per quanto riguarda il prossimo raccolto 2025/26.
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