domenica 22 Dicembre 2024
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IL PUNTO – Riaperto il porto di Santos dopo il blocco dei giorni scorsi, festività del Tet rallentano l’export vietnamita

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MILANO – Ancora in calo le principali borse del caffè. Londra perde ulteriori 17 punti, con il contratto per scadenza maggio a 1.869 dollari per tonnellata.

Più marcato l’arretramento di New York. Dopo il tonfo di mercoledì (-545 punti), il contratto benchmark dell’Ice Futures Us scivola di ulteriori 290 punti a 140,55 cents per libbra: il livello più basso dal 12 febbraio dell’anno scorso.

Le autorità brasiliane hanno annunciato la riapertura del porto di Santos. I principali varchi di accesso allo scalo, di gran lunga il più importante per gli imbarchi di caffè, erano stati bloccati nei giorni scorsi dai camionisti, in sciopero da oltre una settimana.

L’agitazione, che ha paralizzato il traffico in molte zone del paese, è condotta per protestare contro i recenti aumenti delle accise del gasolio. Il governo ha convocato un tavolo per affrontare il problema.

In calo l’export vietnamita

Export vietnamita in forte flessione a febbraio. Secondo le proiezioni dell’Ufficio generale di statistica (Gso), gli imbarchi raggiungeranno quota 109.000 tonnellate (circa 1,82 milioni di sacchi), ossia il 40,8% in meno rispetto allo stesso mese del 2014. Il dato supera comunque le stime del commercio, comprese tra le 85.000 e le 100.000 tonnellate.

Contestualmente, il Gso ha ritoccato al rialzo il dato di gennaio portandolo a 132.400 tonnellate (2,2 milioni di sacchi), contro le 120.000 tonnellate precedentemente indicate Anche il dato rettificato rimane comunque inferiore del 6% a quello del gennaio dell’anno scorso.

L’export dall’inizio dell’annata caffearia (ottobre-febbraio)  è stimato in 536.600 tonnellate (8,94 milioni di sacchi), pari a un calo dell’11% rispetto all’analogo periodo del 2013/14.

Il commercio interno stenta a decollare, dopo la lunga pausa per le festività del Tet (il capodanno vietnamita, ndr.), a cavallo tra la seconda e la terza decade del mese.

A scoraggiare le vendite contribuiscono anche i prezzi in ulteriore calo: nel Daklak (la massima area di produzione del paese) il chilogrammo di robusta veniva pagato due martedì fa tra i 39.400 e i 40.100 dong (1,85-1,88 dollari), contro 39.900-40.200 dong il 10 febbraio.

Nel Lam Dong i prezzi sarebbero scesi sotto i 39.000 dong. Secondo i trader, i volumi non aumenteranno sinché i prezzi non supereranno i 41.000 dong.

La media delle risposte di un recente sondaggio Reuters, condotto presso un campione di addetti ai lavori, stima l’ultimo raccolto vietnamita in 27,2 milioni di sacchi.

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