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venerdì 22 Novembre 2024
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Progetto RiVending da Parma verso l’economia circolare con la plastica della D.A.

Sono 5 mila contenitori RiVending per il riciclo di bicchieri e palette in plastica del caffè dei distributori automatici in arrivo in tutta Italia

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MILANO – Il mondo dei distributori automatici diventa protagonista dell’economia circolare grazie al progetto RiVending. Un ciclo virtuoso di recupero e riciclo di bicchieri e palette in plastica voluto da Confida – Associazione Italiana Distribuzione Automatica; Corepla -Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica. E dall’Unionplast, Unione azionale ndustrie rasformatrici materie Pplastiche (Federazione Gomma Plastica).

Rivending: il progetto pilota ora si espande

Un progetto nato con l’idea di rendere ancor più sostenibile il riciclo dei bicchieri di plastica utilizzati nel vending – l’attività di vendita e somministrazione di bevande e prodotti alimentari tramite distributori automatici – celebra i suoi primi risultati e si apre ad ambiziose prospettive future: estendere il RiVending sul territorio e rendere sempre più ecologiche le pause caffè degli italiani.

“Da sempre l’impegno del Consorzio per massimizzare l’avvio a riciclo degli imballaggi in plastica in Italia è quello di raccogliere tutte le tipologie di imballaggio, in ogni condizione di mercato e su tutto il territorio nazionale – dichiara Antonello Ciotti, Presidente Corepla.

– E per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di promuovere progetti studiati ad hoc per settori specifici, che con azioni e sinergie mirate riescono a promuovere la vera economia circolare”.

Ma come funziona RiVending?

I consumatori dei distributori automatici, dopo aver gustato il proprio caffè, sono invitati a buttare bicchierino e paletta in un apposito contenitore che permette di isolare il materiale plastico di cui sono fatti, dagli altri imballaggi in plastica. Così da semplificare il processo di selezione del materiale recuperando una plastica omogenea di altissima qualità con cui si possono creare tanti nuovi prodotti.

Il progetto prevede in prospettiva numeri importanti in termini di tonnellate di bicchieri e palette riciclati; l’Italia è infatti il primo Paese in Europa per numero di distributori automatici. Diffusi principalmente nell’industria, seguita dagli uffici privati, dal commercio, dal mondo della scuola e delle università, dagli ospedali e dagli uffici pubblici, per un coinvolgimento di oltre 20 milioni di consumatori e 35 mila posti di lavoro.

Spiega Massimo Trapletti, Presidente di Confida

”I consumi della distribuzione automatica – sono al 97% all’interno di edifici (aziende, scuole, ospedali ecc) e si svolgono nei pressi delle vending machine. Per questo il nostro canale distributivo per le sue stesse caratteristiche ha una grande potenzialità di implementare progetti di raccolta e riciclo della plastica.

Con RiVending facciamo un passo in avanti verso l’economia circolare. Così, la plastica di bicchierini e palette del caffè raccolta separatamente e riciclata viene reimmessa in produzione per fabbricare nuovi prodotti e prossimamente nuovi bicchierini e palette, riducendo così l’utilizzo di nuova plastica.

Il nostro obiettivo per il 2020 è quello di installare 5 mila contenitori RiVending per dare un contributo importante alla sostenibilità ambientale”.

Prosegue Libero Cantarella, Direttore di Unionplast

“Il nostro compito è promuovere, garantire l’efficienza e il continuo sviluppo di progetti come questi.” e aggiunge: “al contrario, affidandosi a politiche riduttive si metterà a rischio non solo la sicurezza dei consumatori. Ma si creeranno gravi problemi occupazionali in un settore, tutto italiano, che è un’eccellenza per il nostro paese anche al di fuori dei confini nazionali”.

Al progetto pilota di RiVending hanno già aderito realtà importanti

La prima esperienza ha coinvolto aziende ed enti presenti sul territorio di Parma e Provincia, tra i quali Comune di Parma, Università di Parma, Iren, Barilla Spa e Gazzetta di Parma.

“L’Università di Parma ha aderito alla proposta di partecipare al progetto RiVending inserendo l’iniziativa nel più ampio contesto delle azioni che ricadono nella strategia di Ateneo che abbiamo denominato “Lo sviluppo sostenibile nell’Università di Parma”.

Lo sviluppo sostenibile ha acquisito un ruolo strategico nelle scelte di Ateneo e sempre maggiore è l’impegno rivolto non solo all’aspetto ambientale ma anche a quello economico e sociale.” – spiega il professor Paolo Martelli, Prorettore Vicario
dell’Università di Parma.

– Con questa iniziativa vediamo rafforzato il nostro sforzo non solo sul fronte ambientale ma soprattutto su quello dell’economia circolare, àmbito nel quale abbiamo già iniziato a lavorare da alcuni anni. Sviluppo sostenibile all’Università di Parma non solo come disciplina ma soprattutto come modo di concepire la realtà da trasferire alle generazioni future. Una responsabilità istituzionale, quindi.”

La seconda ha visto la collaborazione di Eni che ha scelto RiVending per dare impulso allo sviluppo dell’economia circolare anche attraverso il contributo dei propri dipendenti

Dalla raccolta di bicchierini e palette nelle aree break nelle sedi Eni a San Donato Milanese (MIlano) è possibile produrre una materia prima seconda selezionata. Con cui Versalis – la società chimica di Eni – può alimentare l’impianto a Mantova che produce il polistirene espandibile con contenuto di riciclato.

Viene data così nuova vita a prodotti importanti per la nostra quotidianità convertendoli, dopo l’utilizzo, in beni durevoli come pannelli di polistirene espanso per l’isolamento termico. Che permette alle nostre case di ridurre i consumi energetici, ma anche imballaggi per elettrodomestici e mobili.

“I rifiuti in plastica – dichiara Daniele Ferrari, amministratore delegato Versalis (Eni) – sono una straordinaria risorsa se correttamente recuperati e riciclati. La nostra industria, con il suo background tecnologico, fornisce un contributo decisivo nella transizione verso un modello di economia circolare. Altrettanto importanti sono i nostri comportamenti. Per evitare gli sprechi e la dispersione di questo prezioso materiale nell’ambiente”.

Forti delle esperienze fatte, l’obiettivo è di estendere RiVending anche ad altre province del territorio italiano. L’estensione sarà articolata in 2 fasi: una dalla valenza prevalentemente educational, alla quale potranno aderire tutte le realtà che utilizzano i distributori di caffè e bevande calde allo scopo di creare una cultura del riciclo anche in azienda ed una più “tecnica”. Dove, in presenza di quantità significative, verrà attivato il progetto vero e proprio. Con la riduzione dei passaggi di filiera e la massimizzazione dei volumi avviati a riciclo.

Ma le novità non si fermano qui

Gli ideatori del progetto hanno coinvolto un partner d’eccezione: Enpa – Ente Nazionale Protezione Animali – a cui verranno donate 5.000 ciotole realizzate dal riciclo degli imballaggi in polistirolo. Una dimostrazione concreta che anche la plastica usa e getta, se opportunamente raccolta viene inserita in un circuito virtuoso di riciclo e non diventa nemica dell’ambiente e degli animali.

Spiega Marco Bravi, Presidente dell’Enpa

Un progetto che premia il gesto di civiltà di tanti cittadini che facendo quotidianamente la raccolta differenziata, fanno un regalo all’ambiente e agli amici a quattro zampe. “Un ambiente contaminato da plastica ed inquinamento uccide gli animali. La tutela della biodiversità e delle circa 55.000 specie viventi presenti in Italia impone ad Enpa di confrontarsi con questo problema, per la sua storia (fu fondata nel 1871 da Giuseppe Garibaldi) e per il suo ruolo di Associazione di protezione ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente”.
E aggiunge: “La peculiarità del nostro Ente è strettamente operativa, basata su quel fare che ci porta a salvare, curare, accudire oltre 60.000 animali l’anno.

In quest’ottica anche l’intervento sull’inquinamento plastico non può essere demagogico e guidato dai pregiudizi ideologici. Il problema cogente non è il rifiuto plastico in sè, ma la sua dispersione. Visto che anche le alternative, nel loro ciclo completo di vita, hanno un impatto economico ed ambientale, bisogna pragmaticamente considerare come priorità e soluzione più percorribile il recupero e il riciclo. Creando un ciclo chiuso di economia circolare.

In Italia, perché è qui che possiamo essere parte attiva. Per realizzare il progetto erano necessari partner di primo livello, con una credibilità a livello nazionale. Li abbiamo: ora l’obiettivo di trasformare un rifiuto pericoloso per l’ambiente in un prodotto che aiuta gli animali è realtà!”.

L’obiettivo finale a cui tende il progetto, è però quello di trasformare il bicchiere usato in un nuovo bicchiere. Creando così nel settore l’economia circolare perfetta.

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