MILANO – Nuovi salassi in vista per i baristi e i pubblici esercenti in genere con l’arrivo del Pos obbligatorio. Il dispositivo Pos come arma di lotta all’evasione con le attuali direttive infatti ingrasserà ulteriormente i costi a carico di esercenti e Partite Iva, così come le casse delle banche. Federcontribuenti ha analizzato le voci spesa: ”costo installazione, costo canone mensile, costo transazione e costo percentuale sulla transazione eseguita.
Il solo canone mensile varia da 20 a 50 euro al mese a carico dell’esercente più il canone sul conto corrente, più IVA, più le spese di commissioni per un costo base medio di 2.000 euro all’anno con un impatto del 10% sul guadagno.
I consumatori risparmieranno lo 0,2% massimo sulla spesa”. L’invito per gli esercenti è dunque: “abbandonate il sistema bancario tradizionale per un servizio home banking a zero spese”.
Si chiede ancora Federcontribuenti in una nota:
È legittimo che un governo obblighi dei già tartassati esercenti e Partite Iva a dotarsi di un dispositivo Pos senza aver primo concordato con gli istituti bancari l’applicazione di tariffe al di sotto del 3% del guadagno annuo? Non si rischia di dare l’impressione di voler soprattutto rimpizzare le casse degli istituti bancari?
“Chi ricicla denaro o paga tangenti la carta di credito non la userà mai, come nemmeno il bancomat. Chi usa aerei privati per portare capitali all’estero non effettuerà nessuna transazione tracciabile; e chi ha sede legale estera continuerà a dormire serenamente; il possidente sconosciuto al fisco ma molto amico del direttore di banca, per simpatia o minaccia, depositerà i suoi sporchi capitali al sicuro nelle cassette di sicurezza. O acquisterà lingotti d’oro senza lasciare traccia. Tutto ciò considerato l’ennessima trovata politica contro l’evasione fiscale, il nero, sarà totalmente a carico dei redditi medio bassi”.
Quanto costa installare un Pos?
”Il dispositivo si collega al conto corrente aziendale che di per sé costa, all’incirca, 30 euro al mese di solo canone mensile. Il 90% degli esercenti intervistati non è a conoscenza del costo reale e totale del Pos che ha installato; questo perché la spesa effettiva di un dispositivo è data dalla somma di più voci quando si è scelto una banca tradizionale o Poste Italiane”.
Oltre al costo per l’installazione del Pos e al canone mensile, gli esercizi commerciali pagano commissioni sulle transazioni: costo fisso per transazione e una percentuale sulla transazione.
Il limite imposto a 30 euro dove scattava l’obbligo della transazione con moneta elettronica scenderà a 5 euro costringendo gli esercenti ad accettare anche pagamenti per pochi centesimi. Nonostante le commissioni sulle transazioni con carte di credito.
L’utilizzo della moneta elettronica comporterebbe dei ” vantaggi per i commercianti, consumatori e fisco se sussistessero dei requisiti base. Come: il dare ad ogni cittadino italiano un reddito e un conto corrente a costo zero fino ad una certa soglia; eliminare i costi fissi bancari per gli esercenti. Oggi accettare pagamenti con carte di credito risulta costoso per gli esercenti, e la questione riguarda le commissioni interbancarie: soldi dati alla banca su obbligo di legge.
Le commissioni: Unicredit applica un costo commissione su base percentuale sull’importo pagato del 2,30% su un minimo di 17,00 euro e una commissione fissa sul transato PagoBancomat di 0,50 euro; Banca Intesa San Paolo applica una commissione minima mensile su transato PagoBancomat di 15,00 euro; Poste Italiane ha un costo commissioni per pagamenti effettuati con carta VISA e Mastercard dell’1,10% su importo transazione; per pagamenti effettuati con Carta Maestro e con bancomat dello 0,55%.
Consigli per esercenti e consumatori
”Abbandonate la banca tradizionale, il conto corrente classico e fatevi aiutare, se anziani o non predisposti, nel dotarvi di un conto corrente digitale a zero costi e zero commissioni. Spesso ci sono costi anche su un conto corrente che ospita la pensione e ciò è terribile”.
Conclude la nota di Federcontribuenti
”L’obbligo dello scontrino o della fattura è sacrosanto, meno l’obbligo del Pos, se deve restare una spesa fissa e importante a carico di chi già arranca per restare aperto. Poi ci chiediamo come incastrare un medico, un avvocato, un idraulico o un malavitoso che non utilizza né il Pose né tanto meno rilascia la fattura. Certo con i potenti mezzi digitali non dovrebbe essere difficile iscrivere tutte le liberi professioni in un elenco da monitorare”.