MODENA – Partire dai fondi caffè per creare pellet ecologico. In un mondo che va veloce e che richiede a tutti noi di stare al passo con i tempi, mai come oggi, la lente d’ingrandimento è puntata sul riciclo.
La cosiddetta economia circolare, uno dei pilastri per salvare anche il nostro ecosistema. «Ho lavorato per un po’ di tempo all’università facendo ricerche e studi nel campo del riciclo – ci racconta Francesca Lovato, fondatrice del progetto Oltrecafé -.
Ho capito che studiare questi settori non è sufficiente. Quando si arriva al punto di avere tanti dati disponibili, bisogna agire».
Pellet dai fondi di caffè
E’ quello che ha fatto Francesca, insieme ai suoi soci Andrea Maccari e Riccardo Cariani, individuando nei fondi di caffè una soluzione, una risposta per creare del pellet ecologico. «Il nostro Paese è un ottimo punto di partenza – ci racconta Francesca – .
Non solo siamo grandi importatori di pellet (quasi 3 milioni di tonnellate all’anno), ma produciamo circa 180 milioni i chili di caffè che poi diventano rifiuto.
Studiando questo materiale che purtroppo ancora tendiamo a sottovalutare, ho capito che potevamo fare molto di più, trasformandolo nel primo pelle italiano al 100% ecologico».
Un network per il riciclo
Un progetto importante che nasce dall’amore per la propria terra e che vuole incentivare a un’economia rigenerativa. I fondi di caffè, infatti, sottoposti al processo di pellettizzazione, possono diventare un vero e proprio combustibile ecologico.
La strada è lunga e tutta in salita, ma il primo obiettivo di Francesca, dopo studi e diverse fasi prototipali, è quello di aprire nella sua terra, l’Emilia Romagna, il primo impianto prototipo capace di produrre circa mezza tonnellata di pellet ecologico.
«Siamo alla ricerca di partner e aziende che possano darci una mano a rendere questo progetto realtà – continua Francesca -. Partiamo dal piccolo per creare una grande rete con l’obiettivo di dare lavoro e di sensibilizzare gli italiani a non sprecare questa grande risorsa che abbiamo.
Attraverso accordi con cooperative sociali e servizi pubblici potremo incentivare la raccolta di questo scarto sul territorio nazionale creando un vero e proprio network che possa facilitare lo smistamento e il riciclo dei fondi di caffè».
Alla ricerca di altri materiali
Un progetto che si basa quindi sulla collaborazione di tutti e soprattutto sulla rivalutazione non solo del proprio territorio, ma soprattutto degli scarti che produciamo ogni giorno, che possono – anzi devono – essere riutilizzati.
«E poi non si finisce mai di fare ricerca e di studiare, anche grazie alle Università del nostro territorio – conclude Francesca -. Stiamo cercando di capire se e come altri materiali possano subire il processo di pellettizzazione in modo da applicare tale pratica anche ad altri scarti che produciamo abitualmente».
E tutto per il bene dell’ambiente, laddove i combustibili ecologici rappresentano uno dei punti fondamentali per il nostro futuro poiché abbassano notevolmente le emissioni di anidride carbonica rispetto ai combustibili fossili.
«Non dobbiamo fermarci al ‘si può fare’. Dobbiamo trovare un modo per trasformare le nostre ricerche in realtà concrete».
Valentina Ferrero