MILANO – Illy sbarca nel Quadrilatero della moda (una pre-apertura era avvenuta in occasione del Fuori Salone di aprile) con un gourmet all-day-dining in Montenapoleone 19, là dove per due anni c’era il ristorante Doriani.
Uno spazio aperto ma protetto in alto da vetrate ovvero il classico elegante cortile milanese tra palazzi d’epoca, di oltre 60 mq più 141 all’interno con sale e salette adatte a ospitare e a riunioni.
Ciò che distingue questa formula di Illy è che, pur seguendo l’impostazione dei bar caffè aperti anche in America e presto anche in Cina, riprende e reinterpreta in chiave contemporanea il classico spazio con dehors all’italiana, quel bar caffè dove è possibile trovare relax, bevande e delikatessen e qualcosa di più consistente a tutte le ore.
In più questo Flagship ha una sottile atmosfera mitteleuropea tra cristalli, specchi, legni e il grande bancone – caratteristica di tutti i locali dell’azienda triestina- intorno al quale si raccoglie, parla, assaggia e si muove la clientela.
L’espresso Illy in Cina
Negli Stati Uniti dove Illy Caffè ha aperto e continua ad aprire caffé, il format di Montanapoleone ancora non è arrivato (arriverà presto), ma il successo crescente dello stile illy sta seminando – come assicura l’ad Massimiliano Pogliani – il cambiamento dei gusti degli americani sino ad insidiare il primato del classico “beverone”.
“Gli americano apprezzano sempre di più il gusto dell’espresso, sia al bar che nelle abitazioni a conquistarli è la nostra qualità tanto che stanno imparando anche a curare la pulizia delle macchine professionali come non accadeva prima.
Ovunque il nostro modello conquista appassionati, anche in Cina, dove abbiamo una filiale da 15 anni, a Shanghai.
In Cina sta accadendo quello che spesso contraddistingue l’atteggiamento dei cinesi verso le novità importate.
Reagiscono lentamente ma una volta superata la diffidenza, il successo esplode ma solo per i prodotti di alta qualità. Ed ora l’espresso è servito e richiesto nei bar e nei ristoranti. Così, in tutta l’Asia apriremo nostri Flagship”-
La “fauna” del quadrilatero milanese
Una manciata di blogger, vestite e svestite, dorate o in monacali abiti-tute neri e scarpe da ginnastica, in giro ad assaggiare e fotografare tutto e in rapimento estatico di fronte alla fregola con ragù di polpo e spuma di caffè bianco (Claudio Sadler) una coppetta bicolore gialla e bianca in effetti molto fotogenica. Cinesi, coreani e giapponesi qb (necessari per il successo di qualsiasi apertura).
Commesse e commessi delle show room del quadrilatero della moda che dopo una certa ora, in grazia della loro bella presenza multilingue, sono ben graditi per l’aperitivo, per il finale di prima serata, e che assaggiano appena il cappuccino ai funghi di Luigi Taglienti, sfiorano con le labbra le microporzioni degli appetizer, brindano – spesso – con la consueta coppia del Brut Magnum di Ferrari.
E poi designer, clienti Illy italiani e stranieri e in generale quella fauna straordinaria che anima le aperture del quadrilatero milanese. E dopo poche ore l’intero spazio, esterno e interno, è fittamente gremito senza interruzione di orario, fino alle 23.
La classe – come si usa dire – non è acqua e in effetti, nel caso di Illy, il tocco di classe è il caffè, un elemento che sottende in questa Flagship ogni angolo, ogni arredo (anche il grande candeliere composto da 100 tazzine dell’Art Collection) e infine ogni menù.
Un menù ovviamente gluten free e con molte varianti vegane, a cura del resident chef Luca Mussi, con il quale il giorno dell’apertura hanno collaborato Claudio Sadler e Luigi Taglienti.
Tutto il menù con inedite ricette a base, ovviamente di caffè e con una star che, a quanto assicurano nel Flagship, ha avuto una speciale accoglienza: l’orzotto al caffè con baccalà e maggiorana fresca
Paola Guidi
