MILANO – Svolta improvvisa, anche se attesa, sulla vicenda caffè espresso italiano-Unesco: il ministero dell’Agricoltura ha candidato all’Unesco il “Rito del caffè espresso italiano”. Una procedura lunga, avviata sei anni fa con la candidatura promossa del Consorzio per l’espresso italiano tradizionale. Candidatura e consorzio promossi e sostenuti con energia e lungimiranza dal Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato che riuscì, sin dall’inizio, a farsi affiancare da numerose aziende ed organizzazioni del settore, cresciute sempre di numero negli anni. E la candidatura fu concretizzata nel 2019 con la presentazione dei documenti al Ministero dell’agricoltura a Roma.
La grande novità è che ieri sera il Mipaaf, il Ministero per le politiche agricole e forestali, che è quello competente sulla materia, ha diffuso un fondamentale comunicato ufficiale e definitivo che riportiamo di seguito.
Naturalmente molto soddisfatto Giorgio Caballini che, a caldo, ha così commentato:
“Nella «Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera nazionale, 160° anno dell’Unità del Paese», ha vinto l’Italia unita nel segno del caffè espresso.”
Adesso tocca all’Unesco decidere nella prima riunione a Parigi. Il ministero, come si legge sotto, ha già inviato il dossier agli uffici di Roma della Commissione nazionale dell’Unesco stessa. Da lì andrà poi alla sede centrale della capitale francese dell’organismo che è emanazione dell’Onu.
Tuttavia, prima di inviare a Parigi la sede italiana dell’Unesco dovrà decidere definitivamente, scelta che il Mipaaf non ha fatto, chi tra il Consorzio del Rito del caffè espresso italiano tradizionale e quello per la Cultura del caffè espresso napoletano, realtà tra rito e socialità, rappresenterà il caffè italiano sul palcoscenico mondiale.
Perché c’è posto per una candidatura soltanto.
Tuttavia il Mipaaf ha almeno sancito la priorità per l’elemento Rito del caffè espresso italiano tradizionale, a parità degli elementi costitutivi del dossier, per via della presentazione della relativa proposta all’inizio del 2019 mentre quella della Cultura del caffè espresso napoletano è stata presentata alla metà dello scorso anno.
Ecco il testo del comunicato emesso dal Ministero
ROMA – Il Mipaaf presenta le candidature a patrimonio culturale immateriale dell’umanità del Rito del caffè espresso italiano tradizionale, che è anche vera e propria arte, e in subordine quella della Cultura del caffè napoletano, realtà tra rito e socialità.
E’ stata infatti conclusa mercoledì 17 marzo 2021 l’istruttoria delle proposte di candidature che ha portato il Rito del caffè espresso italiano tradizionale e la Cultura del caffè espresso napoletano ad essere già inserite nell’Inventario dei Prodotti agroalimentari italiani (INPAI).
Il Gruppo di lavoro UNESCO del Mipaaf ha quindi deciso all’unanimità di proporre le candidature e di inviare la documentazione alla Commissione Nazionale dell’Unesco che dovrà decidere l’avvio del procedimento per l’inserimento nel patrimonio immateriale dell’umanità di un elemento che ha importanti risvolti culturali, sociali, storici e di tradizione.
La priorità per l’elemento Rito del caffè espresso italiano tradizionale, a parità degli elementi costitutivi del dossier, è stata determinata dalla presentazione della relativa proposta all’inizio del 2019 mentre quella della Cultura del caffè espresso napoletano è stata presentata alla metà dello scorso anno.
Dopo la scadenza del termine per la presentazione delle candidature, prevista per il 31 marzo, l’Unesco sarà chiamata a pronunciarsi sulla proposta di candidatura.