MILANO – Quantificare con esattezza il consumo di caffè di un mercato enorme e, per molti versi, impenetrabile come quello cinese rimane difficile. Una recente stima di Statista, che appare abbastanza attendibile, ipotizza un consumo di 4,2 milioni di sacchi, grosso modo stabile in questi ultimi tre anni, dopo una forte crescita registrata alla fine del decennio trascorso.
Secondo fonti statistiche cinesi, il consumo pro capite è stato di 9 tazze all’anno nel 2021 e dovrebbe crescere a 10 tazze nel 2023.
L’età costituisce uno spartiacque fondamentale nella platea dei consumatori cinesi di caffè.
Quasi i due terzi dei consumi (66%) si concentrano infatti nella fascia 25-44 anni. Un ulteriore 17% è appannaggio della fascia 45-54. I consumatori di età compresa tra i 55 e i 64 anni contano per appena il 5%.
Una recente indagine ha passato sotto la lente le motivazioni di consumo dei cinesi. Prevale innanzitutto l’aspetto funzionale e salutistico associato alla bevanda. Il 55,3% degli intervistati dichiara infatti di bere caffè per il suo effetto corroborante.
Un ulteriore 54,6% cita invece i suoi effetti benefici sul metabolismo. Ma sono altrettanto importanti le valenze sociali, culturali ed edonistiche. Il 54,4% del campione predilige il caffè per il gusto; il 45,2% apprezza il servizio e l’atmosfera delle caffetterie. Il 38,4% infine lo associa a uno stile di vita raffinato e à la page.
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