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giovedì 21 Novembre 2024
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Il Gruppo belga Beyers, parte della svizzera Sucafina, annuncia la chiusura della fabbrica di capsule di Bologna e licenzia 30 addetti

La procedura, che scatterà da luglio, è stata avviata dall'azienda belga di proprietà della multinazionale elvetica il 15 marzo e prevede la cessazione dell’attività e la messa in liquidazione dell’impresa, che produce caffè in vari formati di capsule. Intanto le Beyers ha assicurato ai lavoratori alle prese con la situazione di crisi il sostegno di uno psicologo

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Il gruppo Beyers, che ha sede in Belgio ma è parte della multinazionale svizzera Sucafina, ha reso nota la chiusura dello stabilimento di Castel Maggiore in provincia di Bologna dove si producevano capsule di diversi formati, e il licenziamento di tutti e 30 i lavoratori, inclusi i contratti a termine. Di fronte all’indisponibilità dell’azienda di ritirare i licenziamenti, i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Il Resto del Carlino.

La chiusura dello stabilimento di Castel Maggiore del gruppo Beyers “perché le capsule non garantiscono più utili a causa delle troppe novità sulla sostenibilità”

BOLOGNA – Scoppia un’altra crisi aziendale nel territorio bolognese. Il gruppo Beyers, che fa capo alla multinazionale svizzera Sucafina, ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Castel Maggiore, e il licenziamento di tutti e 30 i lavoratori, inclusi i contratti a termine. La procedura è stata avviata il 15 marzo e prevede la cessazione dell’attività e la messa in liquidazione dell’impresa, che produce caffè in vari formati.

Di fronte all’indisponibilità dell’azienda di ritirare i licenziamenti e trovare una soluzione alternativa, la Rsu e la Flai-Cgil hanno proclamato lo stato di agitazione.

Sucafina Sustainable Harvest
Il logo Sucafina

Lunedì 18 marzo, infatti, si è svolto un primo incontro tra i sindacati e i rappresentanti di Beyers, nel corso del quale i rappresentanti dei lavoratori hanno “richiesto l’immediato ritiro della procedura e l’avvio di un confronto libero dalla scure dei licenziamenti, finalizzato a ricercare soluzioni alternative che salvaguardino il prosieguo della produzione e dell’occupazione”.

Durante l’incontro i lavoratori hanno organizzato un presidio davanti all’ingresso dello stabilimento per sostenere le posizioni sindacali e richiedere all’impresa, come già fatto il venerdì precedente, il ritiro della procedura. Contemporaneamente l’azienda ha annunciato che fornirà ai lavoratori provati dall’annuncio un sostegno psicologico

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