Il Giappone è tornato a far parte dell’Organizzazione mondiale del caffè. L’annuncio in una breve comunicazione del direttore esecutivo diramata nella giornata di ieri (23 luglio), che ufficializza il deposito dello strumento di accesso da parte del governo nipponico.
Il Giappone aveva deciso, nel 2009, di non ratificare l’Accordo Internazionale del 2007 sul caffè (Ica 2007), a seguito di forti pressioni governative dettate da problemi finanziari e di bilancio. La All Japan Coffee Association ha comunque continuato a collaborare in questi anni con l’Ico, nell’ambito del Comitato consultivo per il settore privato.
Rientra così a far parte dell’Ico un membro storico, aderente all’Organizzazione sin dall’Accordo Internazionale del 1962, nonché il quarto paese consumatore mondiale alle spalle di Usa, Brasile e Germania.
Dopo la recente ammissione della Federazione Russa, il ritorno del Giappone amplia ulteriormente la base di rappresentatività dell’Ico rafforzando il ruolo e il peso dei paesi membri importatori.
Sempre questa settimana, l’Ico ha comunicato altresì il completamento dell’iter di ratifica dell’Ica 2007 da parte del governo colombiano.
Galindo lascia
Esce di scena il Capo delle operazioni Ico, il colombiano Mauricio Galindo, che ha rassegnato le dimissioni dall’incarico, con effetto immediato, la scorsa settimana, adducendo “motivi personali”.
Lo rende noto un comunicato pubblicato, qualche giorno, nelle pieghe del sito e passato per questo pressoché inosservato. Il direttore esecutivo ha accolto, con rincrescimento, le dimissioni di Galindo esprimendogli, a nome di tutti i membri, i migliori auguri per il futuro.
Galindo, 43 anni, si è laureato in economia nel 1995 all’università di Bogotá e ha successivamente conseguito un master presso la Sussex University di Brighton, Inghilterra. Aveva assunto la carica di capo delle operazioni nel gennaio del 2013.