MILANO – Reti elettriche intelligenti e linee capaci di trasportare grandi quantità di corrente su lunghe distanze, come già avviene in Canada, potranno portare il sole del Sahara nelle nostre case.L’Italia si trasformerà così in un importante hub energetico in Europa, una vera testa di ponte tra il Vecchio Continente e gli impianti fotovoltaici che saranno installati nel nord Africa.
Ne sono convinti gli esperti riuniti da Rse (Ricerca Sistema Energetico) per un workshop bilaterale con i primari soggetti pubblici e privati del settore energetico di Italia e Canada.
«Grazie alla sua posizione strategica, l’Italia può diventare un hub energetico importantissimo in Europa, su cui potrebbe essere convogliata l’energia che sarà prodotta nel deserto del nord Africa con gli impianti per la produzione di energia solare previsti dal progetto Desertec», spiega Michele De Nigris, direttore del dipartimento Tecnologie Trasmissione e Distribuzione di Rse.
Per la realizzazione di questo ambizioso progetto saranno necessarie reti elettriche intelligenti, le cosiddette smart grid, capaci di controllare i consumi in tempo reale e di gestire l’offerta.
«Inoltre sarà utile guardare all’esperienza del Canada; aggiunge l’esperto. Perché per la particolare conformazione del territorio ha una forte esperienza nella trasmissione di grandi quantità di energia elettrica; su lunghe distanze e in condizioni climatiche sfavorevoli».
L’incontro bilaterale Italia-Canada
Ha proprio «l’obiettivo di favorire uno scambio di esperienze e di incentivare la collaborazione tra i due paesi. Perché la ricerca vive di relazioni internazionali»; afferma Stefano Besseghini, amministratore delegato di Rse.;
L’Italia, dal suo canto, potrà insegnare molto al Canada. Innanzitutto per il suo sistema di distribuzione, che gode di un elevato livello di automazione delle reti. Con oltre 33 milioni di contatori elettronici installati. E di una buona integrazione delle fonti rinnovabili.
Anche per quanto riguarda la normativa sulle smart grid; «che sta facendo da apripista in Europa ed è stata usata come modello anche da paesi emergenti come il Brasile». Lo dice Maurizio Delfanti, esperto di sistemi elettrici del Politecnico di Milano.