VENEZIA – Fino al 31 agosto il Caffè Florian di Venezia presenta la XIII edizione di “Temporanea – Le Realtà possibili del Caffè Florian”, con la mostra “So, we’ll go no more a roving” dell’artista Qiu Zhijie curata da Stefano Stipitivich.
Dopo Bruno Ceccobelli, Mimmo Rotella, Fabrizio Plessi, Gaetano Pesce, Luca Buvoli, Arcangelo, Irene Andessner, Fausto Gilberti, Botto&Bruno, Marco Tirelli, Pietro Ruffo, Omar Galliani, il tradizionale appuntamento con “Temporanea” presenta quest’anno un artista cinese di fama internazionale.
Il Florian continua così da più di vent’anni ad essere protagonista, durante la Biennale d’Arte Contemporanea, di un’iniziativa artistica con la quale si vuole ricordare che proprio all’interno dello storico locale di Piazza San Marco nel 1893 nacque l’idea, grazie a Riccardo Selvatico e ad altri intellettuali veneziani, di organizzare la Prima Esposizione della Città di Venezia, conosciuta poi internazionalmente come la Biennale.
Il titolo della mostra di Qiu Zhijie è tratto da una poesia di Lord Byron il quale, nel periodo in cui visse a Venezia, in una lettera indirizzata a Thomas Moore scrisse: “Così non andremo più vagando” (So, we’ll go no more a roving).
Zhijie reinterpreta la Sala Cinese del Caffè più antico del mondo con un’opera site specific realizzata in esclusiva per la collezione Florian: pareti, soffitto, pavimento, tavolo e sedie sono rivestiti con specchi sui quali sono state incise frasi di frequentatori famosi del Florian (Byron, Goethe, Carlo Goldoni, Dickens e altri) che rievocano conversazioni avvenute all’interno della Sala. Le scritte appaiono rovesciate e quindi possono essere lette soltanto attraverso lo specchio situato in posizione opposta.
L’idea dell’artista è legata, in parte, alla storia di Venezia: lo specchio, infatti, è stato inventato proprio nella città lagunare nel 1460 e per centocinquant’anni Venezia ha avuto il monopolio dell’industria degli specchi. La tradizione delle scritture speculari risale invece all’epoca pre-islamica nella Penisola Arabica; la maggior parte delle scritture personali di Leonardo da Vinci, inoltre, è in corsivo speculare. Venezia diventa quindi il luogo di incontro di tradizioni europee, arabe e asiatiche.
Oltre alla Sala Cinese, è l’intero Caffè a essere coinvolto nell’opera di Qiu Zhijie. Frasi di personaggi celebri sono leggibili sugli specchi che decorano le Sale. Anche i tavoli in Piazza San Marco sono ricoperti da specchi con incise delle frasi che formano un cerchio; per leggerle, il visitatore deve camminare intorno al tavolo rendendo i caratteri una sorta di “motore di azionamento”.
“L’installazione di Qiu Zhijie all’interno e all’esterno dello storico Caffè di Piazza San Marco – spiega Stefano Stipitivich – diventa strumento che contemporaneamente specchia la nostra immagine, facendoci diventare parte integrante e mutevole dell’opera, e ci fa riflettere, attraverso le frasi celebri incise sul vetro, sulla storia, sulle tante storie scritte da personaggi famosi che sono passati al Florian nel corso dei secoli. Il progetto di Qui Zhijie è particolarmente affascinante, quasi una sorta di tributo a una Venezia che è stata per secoli, a partire dalla metà del ‘300, la più grande produttrice al mondo di specchi”.
TITOLO: So, we’ll go no more a roving
DATA: dal 7 maggio al 31 agosto
LUOGO: Caffè Florian, Piazza San Marco – Venezia
ORARIO: 9.00 – 24.00
TEL.: 041 5205641 FAX: 041 5224409
E-MAIL: info@caffeflorian.com
SITO: www.caffeflorian.com
In posizione prestigiosa sotto i portici delle Procuratie Nuove in Piazza San Marco a Venezia, il Caffè Florian è il più antico caffè italiano e rappresenta un simbolo della città. Inaugurato il 29 dicembre 1720 da Floriano Francesconi con il nome di “Alla VeneziaTrionfante”, venne rapidamente chiamato dagli avventori Florian, dal nome del suo proprietario, diventando la più famosa “botega da caffè”. A metà dell’Ottocento fu completamente ristrutturato su progetto di Lodovico Cadorin, divenendo quello che oggi ammiriamo.
Fin dalle origini, il Caffè Florian è stato luogo d’arte e di cultura e oggi ospita importanti manifestazioni che coinvolgono artisti di fama internazionale. Dopo quasi tre secoli, oltre ad essere uno scrigno di storia e di arte, il Florian è anche una realtà importante e riconosciuta al di fuori della città lagunare grazie all’apertura di “Caffè”, nello stile e nella tradizione Florian, a Firenze e a Roma, alla Farnesina e anche a Londra. Il Florian è diventato così un’icona del buon gusto e dello stile veneziano e italiano nel mondo.
CHI È QIU ZHIJIW
Qiu Zhijie nasce a Fujian nel 1969; nel 1992 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Zhejiang. Attualmente vive e lavora a Pechino come artista, critico e curatore. Ha esposto le sue opere in tutto il mondo: Inside Out: New Chinese Art, P.S.I Museum, New York. San Francisco Museum of modern art.1998; Beijing in London, ICA, London.1999; Power of the Word, Faulconer Gallery, Grinnell College, Iowa, U.S.A. 2000; Translated Acts. Haus Der Kulturen der Welt. Berlin. Queens Museum. New York, 2001; 25. San Polo Biennial in Brasile.
A metà anni ’90 Qiu Zhijie ha realizzato diverse pubblicazioni sull’arte concettuale cinese. Nel 1996 ha organizzato l’esposizione di video arte PHENONMENA & IMAGE presso l’Accademia di Belle Arti ad Hangzhou. Nel 1999 ha curato la mostra Post-sense Sensibility—-Alien Bodies & Delusion a Pechino. Nel 2013 ha esposto le sue opere durante la mostra “L’Unicorno e il Dragone” a Venezia presso la Fondazione Querini Stampalia. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito www.qiuzhijie.com.