MILANO – Quanto ha inciso sin qui il Coronavirus sul crollo dei prezzi del caffè? Molto più di quanto non si creda, a detta degli analisti del Financial Times. Dai massimi di metà dicembre, New York ha perso oltre 40 centesimi toccando mercoledì un nuovo minimo di 97,75, per risalire lievemente nella giornata di ieri a 98,15. A conti fatti, gli arabica hanno perso quasi il 30%: più del petrolio (-17%) e del rame (-9%).
Il calo dei robusta è stato più modesto (-12,8%), ma i prezzi a Londra non erano saliti in precedenza quanto a New York. E la varietà meno pregiata registra quest’anno un consistente incremento produttivo su scala globale, che contribuisce ad arginare le tensioni speculative.
Starbucks ha dovuto chiudere più metà delle sue caffetterie cinesi e ha rinunciato a elevare la guidance, nonostante un’eccellente trimestrale, proprio a causa del prevedibile impatto negativo del virus.
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