MILANO – Il ruolo svolto dai componenti del tè, come la caffeina e soprattutto le catechine (che comprendono l’epigallocatechina-3-gallato, l’epicatechin-3-gallato, i tannini e le teaflavine) nel controllo della glicemia e dell’insulinemia è da tempo oggetto di ricerche di base e cliniche.
Da questa metanalisi di studi prospettici che hanno valutato la relazione tra consumo di tè e rischio di soffrire di diabete di tipo 2 nel tempo è emerso che la bevanda, se consumata quotidianamente, risulta protettiva del metabolismo di glucosio e insulina.
La correlazione negativa tra numero di tazze di tè e rischio di sviluppare la malattia è lineare e di tipo dose-dipendente, e raggiunge la significatività statistica soltanto negli studi con un follow-up superiore ai dieci anni.
Nello specifico, la riduzione del rischio è evidente già a partire da due tazze di tè al giorno ed è pari al 15% per un consumo di 4 tazze al giorno o più.
Per saperne di più: http://www.nutrition-foundation.it/notizie/Il-consumo-regolare-di-te-e-protettivo-nei-confronti-del-rischio-di-diabete-di-tipo-2.aspx#sthash.zFZ5d9tl.dpuf