MILANO – Cosa hanno in comune caffè e succo d’arancia? Nulla, se non il fatto di essere tra le poche commodity agricole ad essersi rivalutate il mese scorso. Ma si parla della media rilevata dagli indicatori statistici. Se ci soffermiamo sull’andamento giornaliero scopriamo infatti che l’Ice Arabica ha chiuso, giovedì 30 giugno, a 230,10 centesimi per libbra. Sotto i 231,25 dell’ultima seduta di maggio.
L’Ice Robusta ha descritto una più accentuata parabola discendente, che lo ha portato a concludere il mese di giugno a 2.033 dollari per tonnellata, contro 2.106 dollari a fine maggio.
I ribassi sono proseguiti in questo primo scorcio del mese.
New York ha terminato la settimana a 220,45 centesimi, dopo aver toccato, giovedì 6 luglio, un minimo di 219,20 centesimi.
Si risolleva parzialmente Londra. Dopo sei ribassi consecutivi, il contratto per scadenza settembre ha chiuso, venerdì 7 luglio, in ripresa di 37 dollari, a quota 1.981 dollari.
Per trovare prezzi più bassi bisogna tornare all’agosto scorso.
L’instabilità del quadro internazionale accentua la volatilità in un periodo dell’anno già normalmente nervoso
Sul fronte meteo, il tempo rimane secco e soleggiato in Brasile, con temperature superiori ai 10 gradi.
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