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giovedì 21 Novembre 2024
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Il caffè letterario LuccaLibri chiude definitivamente dopo 39 anni

La consigliera comunale del Pd Serena Mammini: “Solo dieci anni fa la famiglia Ciancarella aveva sfidato la cronica ‘crisi delle librerie indipendenti’: era il 2014 e, trovato un fondo accogliente e luminoso in viale Regina Margherita, con coraggio aveva portato in quello spazio non solo la storica libreria, ma anche un caffè letterario"

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Il caffè letterario LuccaLibri ha chiuso definitivamente dopo 39 anni di servizio tra romanzi e attività culturali: ad annunciarlo è stata la stessa attività nel profilo social di Facebook. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Lucca in Diretta.

La chiusura del caffè letterario LuccaLibri

LUCCA – “Pensavamo potesse essere solo una pausa per ferie e ristrutturazioni necessarie, per poi far ripartire LuccaLibri, magari con dei cambiamenti inevitabili. Non siamo ancora in grado di fare delle dichiarazioni ufficiali e spero che questo sia compreso e rispettato il più possibile”. Inizia così l’addio di LuccaLibri: il caffè letterario vista Mura di Lucca è chiuso.

Una notizia nell’aria, ma ora ufficiale, arrivata dal profilo social dell’attività con tutto il patos di chi è vissuto e ha costruito sui libri la propria esistenza, per 39 anni.

“Solo dieci anni fa – ricorda la consigliera comunale del Pd Serena Mammini – la famiglia Ciancarella aveva sfidato la cronica ‘crisi delle librerie indipendenti’: era il 2014 e, trovato un fondo accogliente e luminoso in viale Regina Margherita, con coraggio aveva portato in quello spazio non solo la storica libreria, ma anche un caffè letterario”

Mammini continua: “Amaro oggi mettere insieme alcune parole per rendere giustizia a una realtà come questa che, dopo 39 anni di ininterrotto servizio, ha scelto di farsi da parte. Ci vogliamo provare, tuttavia. La responsabilità di quello che è successo non sarà certo di Amazon: troppo facile sentirsi vittime di un enorme fenomeno globale che tritura l’economia locale e manda in frantumi i negozi di prossimità”.

C’è di più: “Come se non fosse una scelta consapevole che operiamo tutti noi, lettori forti e meno forti, ogni volta che quel minuscolo risparmio sul prezzo di copertina o la consegna in meno di 24 ore diventa l’alibi perfetto per fare clic dal divano. È forse in quel momento che fallisce ogni ambizione di essere città che costruisce cultura insieme”.

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