MILANO – Il caffè filtrato contibuisce a ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, detto anche diabete mellito non insulino-dipendente. Questa la conclusione alla quale è giunto uno studio svedese condotto dalla Chalmers University of Technology e dalla Umea University, che hanno sede rispettivamente nelle città di Göteborg e a Umeå. Riprendiamo di seguito alcune considerazioni sullo studio fatte dal sito di Nutrition Foundation of Italy.
La letteratura relativa ai possibili effetti favorevoli di salute del consumo di caffè è ormai molto ricca.
Da tempo è d’altra parte noto che le modalità di preparazione del caffè stesso sono rilevanti al proposito.
Le preparazioni per “bollitura”, tipiche della Scandinavia (e non solo), sembrano avere effetti meno favorevoli rispetto a quelle che prevedono invece una “filtratura”.
Probabilmente perché le tecniche di bollitura estraggono alcuni componenti diterpenici del caffè (caveolo, cafestolo), che passano nell’infuso. E sono caratterizzati da effetti metabolici non favorevoli (per esempio aumentano i livelli della colesterolemia Ldl).
I limiti di molti studi osservazionali
Nella larga maggioranza degli studi osservazionali, tuttavia, i livelli di consumo di caffè sono misurati somministrando al pubblico questionari di frequenza. La cui bassa precisione è nota.
Gli autori di questo studio hanno pertanto cercato di identificare metaboliti plasmatici in grado di definire aspetti qualitativi e quantitativi del consumo di caffè. Il tutto in un campione di soggetti arruolati nel Västerbotten Intervention Programme.
Hanno successivamente valutato, costruendo uno studio retrospettivo caso-controllo. Esso includeva 421 soggetti diabetici ed altrettanti controlli, la correlazione tra i metaboliti che si sono dimostrati più rappresentativi dei consumi di caffè ed il rischio di diabete di tipo 2.
I risultati dello studio sono interessanti per vari motivi
Da un lato gli autori sono stati effettivamente in grado di identificare alcuni metaboliti che riflettevano, con buona accuratezza, i consumi dell’uno e dell’altro tipo di caffè.
Successivamente, essi hanno potuto documentare che consumi crescenti di caffè filtrato si associavano a una riduzione del 60% circa del rischio di sviluppare il diabete (confrontando il quarto con il primo quartile). Mentre consumi crescenti di caffè bollito non svolgevano alcun effetto protettivo al proposito.
Gli autori hanno anche osservato che i consumi rilevati mediante questionari di frequenza suggerivano effetti dei due tipi di caffè analoghi a quelli rilevati determinandone i metaboliti a livello plasmatico. Ma che non raggiungevano la significatività statistica.
I benefici del caffè filtrato
Lo studio si aggiunge quindi alle crescenti evidenze che il consumo di caffè filtrato (assai simile a quello ottenuto impiegando le tecniche di preparazione in uso nel nostro paese) si associano a una costante ed ampia riduzione del rischio di diabete di tipo 2.
Mostra inoltre una migliore accuratezza dei rilievi di consumo ottenuti mediante tecniche metabolomiche.
Ma conferma al tempo stesso che i risultati ottenuti mediante lo studio delle frequenze di consumo sono probabilmente affidabili.