MILANO – Eduardo De Filippo, dal suo balcone (Questi fantasmi, 1945) racconta in modo mirabile che la felicità si trova nelle piccole cose, anche nel sorso di un caffè realizzato alla perfezione.

Che sia un espresso ristretto o lungo, macchiato caldo, corretto per gli audaci o all’americana per i più spericolati, questa bevanda dalle esotiche origini ma con vera dimora in Italia, accompagna il nostro quotidiano e ha fatto innamorare anche il grande schermo.

A questa magica pozione si dedicano titoli di film (Caffè di Cristiano Bortone, 2016) si mettono a punto teorie economiche (La banda degli onesti, 1956).

E si fanno vere e proprie classifiche del gusto (C’è posta per te, Nora Ephron, 1998) a dimostrazione che la sua aromatica potenza può essere una vera star cinematografica.

Questi Fantasmi – Scena del caffè

In questa raccolta antologica, alcune indimenticabili pagine del cinema, dove il caffè diventa protagonista o magnifica spalla attoriale: siete pronti a gustarle fino all’ultima goccia?

10 – Fuoco fatuo

Louis Malle nel 1963 firma un capolavoro di nichilismo e disperazione con richiami autobiografici. Alain (Maurice Ronet) un uomo perduto tra alcool e vita fatua, non trova più nessuna ragione di vivere e medita la sua dipartita. Nel deserto di solitudine e dolore, la sequenza clou tra gli avventori del noto Cafè Odéon mentre il protagonista sceglie la sua scura bevanda, è un mirabile esempio di azione interiore e drammaticità, uomo perduto tra la folla e nella sua stessa esistenza.

Leone d’argento al Festival di Venezia del 1967, Fuoco fatuo vede la luminosa presenza di Jeanne Moreau.

9 – Divorzio all’italiana

Il barone Fefè Cefalù (Marcello Mastroianni) nobile siciliano, è un uomo elegante, attraente e oramai disinteressato alla moglie che, al contrario, lo ama ancora con ardente passione. Invaghito della cugina di 16 anni, non potendo divorziare per legge, pensa al delitto d’onore come scappatoia per liberarsi della consorte e tenta in tutti i modi di trovarle un amante con cui sorprenderla e quindi fare la meditata pazzia. Il suo piano funzionerà ma con esiti assai amari.

Il caffè nel film satirico di Pietro Germi (1961) condivide molte scene con il suo magnifico protagonista ma il momento più significativo è proprio quello della tazzina mattutina portata dalla devota moglie al marito oramai lontano, schivo e infastidito della sua presenza.

Premio Oscar nel 1963 per la miglior sceneggiatura originale.

8 – Café Express

Nel 1980 il regista Nanni Loy racconta le vicende amare e ironiche del napoletano Michele Abbagnano, un uomo con problemi di salute che cerca di sbarcare il lunario vendendo abusivamente il caffè sui treni a lunga percorrenza. Lavorando sui vagoni incontra personaggi di ogni tipo, con tutte le conseguenze e le difficoltà del caso. Aspra commedia italiana con uno degli attori più rappresentativi del nostro cinema, Nino Manfredi.

Tra gli interpreti, Adolfo Celi (Amici miei) Vittorio Caprioli (Zazie nel metrò) Vittorio Mezzogiorno (Grido di pietra).

7 – Notorious – L’amante perduta

Il maestro del brivido Alfred Hitchcock, dirige la magnifica coppia Ingrid Bergman e Cary Grant in una storia di passione e spionaggio. Elena Huberman (Bergman), figlia di una spia tedesca, viene ingaggiata dal governo americano per impedire un diabolico piano nazista. Il suo referente americano, T.R. Devlin (Grant) è un uomo affascinante ed enigmatico e, in missione in Brasile, tra i due sembra nascere un profondo feeling. Il compito di Elena è quella di carpire informazioni ad Alessio (Claude Rains) un suo vecchio corteggiatore nonché capo dell’organizzazione. Alessio è innamorato di Elena e le chiede di sposarlo: lei accetta per puro spirito patriottico ma, ben presto, scopre il suo segreto, il commercio del pericoloso uranio utile a fabbricare la bomba atomica, nascosto in bottiglie di vino presenti nella cantina della sua sontuosa villa.

Scoperto il doppio gioco della donna, nella scena più intensa del film, Alessio droga il caffè dell’amata che rischia di morire senza aver rivelato i suoi sentimenti a Devlin, ma non tutto è perduto. Una sontuosa spy story di enorme successo di pubblico e critica.

7 – Harry ti presento Sally

In una delle commedie sentimentali più amate e apprezzate degli anni ’80 e ’90, il caffè è presente in modo costante nella vita dei due protagonisti Harry (Billy Cristal) e Sally (Meg Ryan). Durante una sosta in un bar l’universitario Harry mostra interesse per Sally, che lo rifiuta perché troppo cinico e fidanzato della sua cara amica. Anni dopo, si incontrano di nuovo e nasce una vera amicizia: la scena dell’orgasmo simulato avviene ancora una volta in una caffetteria ma la sequenza più interessante è quella nella casa dei loro amici e novelli sposi Marie (Carrie Fisher) e Jess (Bruno Kirby). I quattro discutono dell’acquisto di un pacchiano tavolino da caffè a forma di ruota di carro, che innesca la rabbia repressa di Harry, alle prese con un divorzio doloroso e che vede nel semplice litigio degli amici il suo fallimento amoroso.

Dialoghi inarrivabili e protagonisti in stato di grazia, con una delle coppie cinematografiche più affiatate.

6 – Mulholland Drive

Un noir sorprendente e imperscrutabile di David Lynch (2001) trionfo di estetica e metafore sul mondo del cinema, il regista sceglie con accuratezza il caffè in più sequenze, da quella del produttore in odor di mafia alla strepitosa storia nella storia, quella del dialogo tra due uomini all’interno di una tavola calda tipicamente americana con incredibile e drammatico finale.

Difficile scegliere tra due magnifiche rappresentazioni della settima arte. Nel cast, Naomi Watts, Justin Theroux, Laura Herring, Robert Forster, premio per la miglior regia a Cannes 2001.

5 – Confessioni di una mente pericolosa

Esordio alla regia del dottor Doug Ross di E.R., al secolo George Clooney in un racconto di spionaggio adrenalinico, fortemente ironico ed emulo dei padri della Nouvelle Vague. Tratto dalla biografia di Chuck Barries, noto autore televisivo degli anni ’70 nonché collaboratore della CIA, ha come protagonista l’istrionico e talentuoso Sam Rockwell, candidato agli Oscar 2018 per Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Nell’esilarante sequenza in cui Chuck (Rockwell) incontra la bella e pericolosa spia Patricia, i due sorseggiano amabilmente una tazza di caffè mentre studiano le mosse per eliminarsi l’un l’altro. Patricia droga la bevanda di Chuck per ucciderlo ma un colpo di scena ribalta completamente la situazione.

Orso d’argento al miglior attore protagonista, Rockwell, al Festival di Berlino del 2003.

4 – Mediterraneo

Oscar al miglior film straniero nel 1992, Mediterraneo di Gabriele Salvatores è il luminoso e sentimentale ritratto di un gruppo di soldati che, in piena Seconda Guerra Mondiale, raggiunge una piccola isola greca nel Mar Egeo per farne un avamposto italiano. Ben presto, la bellezza del luogo e la lontananza dalla vera battaglia crea un clima di serenità e un forte legame con i pochi abitanti rimasti.

La sequenza in cui il sergente Lorusso (Diego Abatantuono) spiega al soldato Colasanti (Ugo Conti) il modo corretto di bere il caffè greco, che ha bisogno di tempo e calma per depositare il fondo erbaceo e raggiungere il suo pieno e particolare aroma prima di essere bevuto, è la rivelazione di quanto forte sia il rapporto con l’isola, malgrado il desiderio di vivere a pieno il suo dovere di soldato e di far parte della futura nuova Italia.

3 – C’era una volta in America

Capolavoro indiscusso di Sergio Leone che dirige il re di Hollywood Robert De Niro, accanto a James Woods, in una meravigliosa storia di gangster e di amicizia, d’infanzia perduta e di sogni che si sciolgono alla luce dell’alba.

Ogni fotogramma una meravigliosa scoperta, ogni sequenza una lezione di cinema. Ma colpisce una scena che sembra un niente, in confronto al restante film. È il momento in cui Noodles/De Niro beve il suo caffè o meglio gira il cucchiaino in modo convulso nella tazzina per un lungo interminabile minuto, testimonianza di tensione interna, dubbi laceranti e animo diviso in due in un uomo che, da copione, deve essere uno spietato uomo di principi e crudeltà e che andrà incontro al tradimento, all’ombra di un amore e allo spreco di una vita.

2 – Pulp Fiction

La degna conclusione della personale trilogia Pulp di Quentin Tarantino è un magistrale racconto di violenza e humor nerissimo. Con attori strepitosi e dialoghi d’antologia. La sequenza è una fragorosa introduzione alle frastornate avventure di Mister Vega, Mia Wallace e splendida compagnia.

Meritata Palma d’oro al Festival di Cannes 1993 e Oscar per la miglior sceneggiatura originale.

1 – Coffee and Cigarettes

Il primo classificato di questa carrellata alla caffeina non poteva essere che il film del 2003 diretto da Jim Jarmusch. Si tratta di un divertentissimo, strampalato miscuglio di 11 cortometraggi girati in bianco e nero. In cui il comune denominatore, tra protagonisti bizzarri, storie micidiali e dialoghi fulminanti, è il piacere regalato dal caffè e dalle sigarette.

Tra i partecipanti Iggy Pop, Tom Waits, Steve Buscemi, Roberto Benigni e Cate Blanchett.

Bonus: Il dittatore dello stato libero di Bananas

Nel 1971, Woody Allen interpreta e dirige una commedia surreale in cui è un imbranato e nevrotico collaudatore industriale che s’innamora di un’attivista. Per lei, s’imbarca in una pericolosa avventura, andare nel lontano stato sud americano di Bananas. Per difendere la popolazione oppressa. Ma finisce per entrare nell’esercito ribelle, inseguito dal dittatore che lo vuole morto.

L’esilarante sequenza è quella in cui Allen entra in una tavola calda. E, dopo aver preso un caffè, con imbarazzo ordina il pranzo per tutti i soldati, un numero esorbitante di panini e bevande.

Silvia Levanti