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domenica 17 Novembre 2024
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Il barista? Un mestiere in via di estinzione e che non si improvvisa

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MILANO – Il sito AltovicentinOnline, sotto il titolo “Il Barista un mestiere in via di estinzione e che non si improvvisa”, affronta un tema abituale sule nostre pagine: quello della situazione del barista e della sua professionalità. Riprendiamo la prima parte del lungo articolo perché sull’argomento offre una visuale a tutto tondo e interessante che sarà di sicuro gradita ai nostri lettori.

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In Italia, il mestiere del barista, un tempo fulcro della vita sociale e culturale del Paese, sta attraversando una crisi senza precedenti.

Considerato da molti come un lavoro di serie B, un ripiego temporaneo per giovani o, al massimo, una tradizione familiare da tramandare, il ruolo del barista sta scomparendo a un ritmo allarmante.

Secondo i dati di Fipe Confcommercio, negli ultimi dieci anni il numero dei bar in Italia è diminuito di oltre 22mila unità, un segnale chiaro di una crisi strutturale che colpisce non solo il settore, ma l’intero tessuto sociale e culturale.

In Italia, gestire un bar è spesso considerato un’attività semplice, alla portata di chiunque.

Questa percezione è non solo sbagliata, ma profondamente ingiusta nei confronti di una professione che richiede competenze specifiche, dedizione e un’attenzione particolare al cliente.

Se pensiamo al successo di catene come Starbucks, che hanno costruito il proprio impero sull’esperienza del cliente, diventa evidente quanto sia cruciale un buon servizio per il successo di una caffetteria.

Eppure, mentre ristoranti e bistrot sono considerati attività di rilievo che necessitano di personale qualificato e competente, lo stesso non vale per i bar.

Questa disparità di trattamento è sintomatica di una mentalità diffusa che vede il bar come un luogo di passaggio, dove la qualità del servizio e l’esperienza del cliente sono aspetti secondari. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità.

La crisi del settore

Uno dei problemi principali che affligge il settore è la mancanza di personale qualificato.

Sempre più spesso, chi decide di lavorare come barista lo fa senza una formazione adeguata, spesso spinto dalla necessità piuttosto che da una passione o un interesse genuino per il mestiere.

Questo ha portato a una progressiva perdita di qualità nel servizio, con inevitabili ripercussioni sul successo e sulla sostenibilità dei bar.

La scarsità di baristi qualificati è aggravata da condizioni di lavoro poco allettanti. Troppo spesso, i baristi sono sottopagati, con contratti precari e privi di garanzie.

Le lunghe ore di lavoro, la mancanza di prospettive di carriera e la scarsa valorizzazione del ruolo contribuiscono a rendere questo mestiere sempre meno attraente, soprattutto per i giovani, che preferiscono cercare opportunità in settori più stabili e remunerativi.

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