Lo storico locale simbolo di Torino torna in attività a settembre dopo tre mesi di ristrutturazione. Ci sarà un ristorante e una pasticceria nel seminterrato. Il cambiamento del locale è opera del gruppo Suki che fa capo all’azienda torinese Postalcoop srl. Riportiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Sarah Scaparone per La Stampa.
La riapertura del Norman
TORINO – Continua a chiamarsi Norman, ma cambiano la gestione e l’offerta ristorativa. Uno degli storici punti di riferimento dei ritrovi torinesi aprirà di nuovo i battenti a fine settembre dopo tre mesi di ristrutturazione che consacreranno il bar Norman a nuova vita.
Del resto questo luogo così caro alla città, anche perché qui il 3 dicembre del 1906 nei locali che all’epoca erano della birreria Voigt venne fondato il Torino Football Club, nel 2018 ha festeggiato cento anni di attività e guarda oggi al futuro con un progetto di ampio respiro.
Artefice del cambiamento il gruppo Suki che fa capo all’azienda torinese Postalcoop srl di Michela Orofino: azienda di logistica con 900 dipendenti. Di loro proprietà ci sono già il Suki Restaurant di via Ormea e quello di via Amendola aperti nel 2020 e nel 2021: locali eleganti con una proposta fusion giapponese che si ispira alle grandi insegne milanesi.
Ma come sarà il nuovo Norman? “Il locale si amplia – spiega Massimiliano Goglio, responsabile Suki Restaurant – poiché il gruppo ha acquistato anche la vicina libreria Petrini i cui locali al piano terra diventeranno un laboratorio di pasticceria guidato da Luciano Stillitano”.
La pasticceria
A Stillitano, pasticcere di Platti 1875 prima del cambio di gestione firmato Gerla, e maestro della piccola pasticceria torinese, il compito dunque di conquistare i palati locali con dessert e mignon.
Proprio la piccola pasticceria è il tratto dominante della tradizione locale che vuole le paste fresche e secche (compresi i salatini) davvero minuscole, ma anche identiche, e quindi ancora più raffinate rispetto a quelle di dimensione ordinaria che si possono trovare nel resto d’Italia. Sono le cosiddette bignole, nome che in piemontese viene dato ai bigné (piccoli gusci tondeggianti di pasta dolce lievitata e rigonfia, ripieni di crema pasticcera di gusti differenti), e che nascono nella corte di casa Savoia.
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