lunedì 23 Dicembre 2024
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Indagato Bidilo, il re kazako dei bar toscani accusato dalla Guardia di Finanza di autoriciclaggio

Negli anni ha acquistato numerosi bar e ristoranti in Piazza del Campo a Siena, tra cui il bar Nannini attraverso la sua società Sielna, oltre che numerose altre attività nel settore della ristorazione anche a Firenze, come lo storico caffè Giubbe Rosse, Roma e Milano

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SIENA – C’è anche l’imprenditore kazako Igor Bidilo, proprietario di molti locali in Toscana tra cui anche il bar Nannini e lo storico Giubbe Rosse, coinvolto in un’operazione della Guardia di Finanza di autoriciclaggio. Insieme a lui altri 12 indagati. Leggiamo i dettagli dell’inchiesta da lanazione.it.

Bidilo, il re dei bar toscani, sotto la lente della finanza

Cinque misure fra coercitive e interdittive e il sequestro preventivo di 14 milioni di euro tra disponibilità liquide, beni mobili e immobili: è il risultato dell’operazione ‘Hidden Partner’ coordinata dalla guardia di finanza di Siena che ha dato esecuzione alle misure cautelari e ai sequestri preventivi disposti dal tribunale di Siena, su richiesta del pm Siro De Flammineis. Sono 12 gli indagati a cui vengono contestati a vario titolo i reati di autoriciclaggio, reati tributari, societari e di corruzione e contro il patrimonio.

Tra questi l’imprenditore kazako nel settore petrolifero Igor Bidilo

Che negli anni ha acquistato numerosi bar e ristoranti in Piazza del Campo a Siena, tra cui il bar Nannini attraverso la sua società Sielna, oltre che numerose altre attività nel settore della ristorazione anche a Firenze, come lo storico caffè Giubbe Rosse, Roma e Milano. A Bidilo, che non figurerebbe tra i cinque destinatari delle misure cautelari, secondo quanto si apprende, sono stati sequestrati beni mobili e immobili, tra cui una residenza di pregio a Roma. Tra le misure cautelari un divieto di dimora per un alto funzionario pubblico accusato di corruzione. Numerose le attività di rogatoria all’estero, anche attraverso specifiche interlocuzioni con Eurojust, in diversi stati esteri a vario titolo coinvolti dai flussi documentali e finanziari; tra questi Svizzera, Cipro, Estonia, Lettonia, Francia, Isole Vergini Britanniche, Federazione russa e Austria.

C’è tra gli indagati dell’inchiesta per autoriciclaggio anche Vincenzo Del Regno

Già segretario a Genova, Siena, Prato, Firenze, poi dal 2017 alla metà del 2019 membro della deputazione generale della Fondazione Mps, quindi giudice della sezione regionale della Corte dei Conti della Toscana. Del Regno è stato colpito dal divieto di dimora a Siena. Sotto la lente degli inquirenti la società Sielna spa di proprietà dell’imprenditore kazako nel settore petrolifero Igor Bidilo che, secondo l’accusa, attraverso fondi custoditi in diversi paradisi fiscali che avrebbero portato ad un’evasione fiscale di oltre 50 milioni di euro nel 2014 e 2015, avrebbe poi portato all’acquisto di numerose attività nel settore della ristorazione a Siena, Roma, Milano e Firenze.

Qui il Caffè Scudieri e poi la gestione della caffetteria di Palazzo Pitti e, nel 2019, lo storico caffè letterario Giubbe Rosse di piazza della Repubblica. Proprio in quest’ultima operazione figurerebbe Del Regno che per il pm Siro De Flammineis avrebbe agevolato l’acquisto tramite i suoi contatti interni al Comune di Firenze per poi compiere con la stessa Sielna operazioni commerciali private. Inoltre è stato raggiunto da misura cautelare con sospensione di 6 mesi dai pubblici uffici il presidente della Camera di commercio di Arezzo e Siena Massimo Guasconi, da poco nominato alla presidenza di Unioncamere Toscana.

Secondo l’accusa Guasconi avrebbe cercato investitori per sostenere l’attività imprenditoriale di Sielna Spa in cambio dell’acquisto da parte della stessa di una sua proprietà in Val d’Orcia con un contratto preliminare di vendita del valore di circa 400mila euro. Sospensione dell’esercizio di attività imprenditoriale per due figure apicali della società Sielna e sospensione due mesi dai pubblici uffici per agente di polizia municipale a Siena per il suo coinvolgimento in un presunto episodio di corruzione. Tra gli indagati, ma non raggiunto da misura, il magnate kazako Igor Bidilo a cui sono stati sequestrati beni mobili e immobili tra cui diversi appartamenti a Siena, un ex convento a Firenze ed un attico vicino a Piazza di Spagna a Roma.

Per Bidilo, Del Regno, Guasconi e i due dirigenti di Sielna la procura aveva chiesto gli arresti domiciliari

Nell’inchiesta avviata a fine 2018 e condotta con rogatorie internazionali, intercettazioni telefoniche, informatiche e ambientali risultano a vario titolo indagati, tra gli altri, anche il deputato di Fratelli d’Italia e patron del Potenza Calcio Salvatore Caiata, e l’imprenditore senese Andrea Bellandi, vicepresidente della squadra di calcio Acn Siena.

«Il dottor Guasconi, preso atto dell’ipotesi di reato che viene avanzata, afferma la propria totale estraneità rispetto all’ipotesi delittuosa prospettata e a tale riguardo contesta con fermezza ogni ipotesi di matrice corruttiva a suo carico, avendo egli sempre agito, in qualità di Presidente della Camera di Commercio di Siena e Arezzo, nell’esclusivo interesse delle società del territorio, tutte in modo indistinto».

Lo affermano i difensori di Massimo Guasconi, gli avvocati Enrico de Martino e Lorenzo de Martino, rispetto alla posizione del suo assistito coinvolto nell’inchiesta per autoriciclaggio e corruzione della procura di Siena. «Nel contempo – aggiungono i due difensori -, nell’ottica di assoluta trasparenza nonchè giusta serenità nei confronti dell’Ente, Guasconi si è volontariamente autosospeso, con effetto immediato, dalla carica di presidente, in attesa di prendere visione del fascicolo delle indagini, così da poter sin da subito valutare le prime attività difensive»

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