MILANO – In mancanza di novità significative sul fronte dei fondamentali, il report mensile Ico di dicembre offre principalmente l’occasione per un breve riepilogo sull’andamento dei prezzi nell’arco del 2013. Un anno caratterizzato da ulteriori forti ribassi, per tutti gli indicatori statistici dell’organizzazione.
Le flessioni più marcate hanno riguardato gli arabica, con brasiliani naturali, colombiani dolci e altri dolci che arretrano, rispettivamente, del 30,1%, del 26,8% e del 25.2%.
Più contenuto il calo dei robusta, che perdono l’8.4%.
La media annuale dell’indicatore composto scende a 119,51 centesimi per libbra (-23,6%), in calo per il secondo anno consecutivo: una situazione questa che non si verificava dal lontano 2001.
La forbice tra colombiani dolci e altri dolci si è ulteriormente ristretta, sino praticamente ad annullarsi a dicembre.
Sempre il mese scorso, il differenziale tra New York e Londra si è ridotto del 6% a 37,38 centesimi: il livello minimo degli ultimi 5 anni.
I minimi dell’anno sono stati toccati a novembre, con colombiani dolci, altri dolci, brasiliani naturali e robusta ai livelli storicamente più bassi, nell’ordine, da dicembre 2008, marzo 2009, luglio 2009 e giugno 2010.
Dicembre ha visto una parziale ripresa, con la media dell’indicatore mensile in crescita del 5,5%. In grande spolvero gli indicatori dei robusta e del Liffe, che si impennano rispettivamente del 10,3% e del 10,7%.
I rialzi di Londra hanno trainato New York (+4,6%), i brasiliani naturali (+4,7%) e gli altri dolci (+3,2%), il cui prezzo, a metà mese, ha superato per 3 giorni quello dei colombiani dolci.
La media mensile di questi ultimi registra a sua volta un +1,5%.
Quale l’outlook per il 2014?
Come abbiamo visto nei giorni scorsi, le previsioni degli analisti e dei player di mercato sono tutt’altro che concordi. Prevalgono le ipotesi bearish, almeno per il prossimo futuro, ma c’è chi avvalora sin d’ora tesi piuttosto diverse.
Va da sé che per avere un quadro più chiaro della situazione dovremo aspettare ancora qualche mese. Da verificare, in particolare, secondo noi:
- la prima stima Conab sul raccolto brasiliano 2014/15, che darà indicazioni attendibili, se non sui numeri, perlomeno sui trend di produzione;
- il confermarsi e consolidarsi della ripresa produttiva colombiana, dopo i risultati promettenti degli ultimi mesi;
- le cifre definitive sul raccolto vietnamita di quest’anno;
- l’impatto dell’epidemia di ruggine del caffè in America centrale; i rapporti più recenti riferiscono notizie allarmanti anche per quanto riguarda il diffondersi della scolite del caffè.
Nel dubbio, l’Ico rimanda ancora la prima stima sulla produzione mondiale 2013/14.
Il report si limita a prendere atto della correzione al rialzo operata nell’ultima stima Conab sottolineando il ridursi delle variazioni cicliche, che avevano caratterizzato, in passato, l’andamento dei raccolti brasiliani.
Nel breve termine – si legge nel rapporto – “è probabile che ciò continui a mettere sotto pressione il mercato del caffè.
Tuttavia, con le scorte certificate Liffe prossime ai minimi storici e i consumi che continuano a crescere a una media del 2,4% all’anno, la domanda rimane sostenuta e dovrebbe fornire ulteriore potenziale di crescita a lungo termine”.
L’Ico stima i consumi 2012 (anno solare) in 142 milioni di sacchi.
I dati relativi agli stock dei due principali mercati borsistici sono uno degli spunti significativi sul piano dei fondamentali.
Il loro andamento continua a essere diametralmente opposto. A dicembre, New York ha registrato infatti un lieve incremento mantenendosi poco al di sopra dei 3 milioni di sacchi, mentre Londra – come già detto – vede assottigliarsi ulteriormente le sue scorte ormai ridotte a mezzo milione di sacchi: circa un quarto dei volumi di 6 mesi fa.
Intanto, l’export mondiale ha registrato a novembre un ulteriore arretramento del 14,4%, con il solo dato dei colombiani dolci in crescita.
Ultima ora: raccolto brasiliano in probabile calo
Quando abbiamo scritto questo commento non eravamo ancora al corrente dei dati della nuova stima Conab per il 2014/15, che indica come probabile un calo del raccolto brasiliano nel 2014/15.
Un primo commento alla stima è disponibile a questo questo link.