MILANO – Come le montagne russe. Anche il mese passato, i mercati del caffè sono stati caratterizzati da una forte volatilià, particolarmente accentuata per gli arabica.
Come osserva il report mensile dell’Ico – diffuso nel tardo pomeriggio di giovedì – l’indicatore composto ha assunto inizialmente un andamento al ribasso, che lo ha portato al minimo giornaliero di 157,82 cents per libbra l’8 agosto.
Risalito prontamente in area 160 centesimi sin dal lunedì successivo, l’indicatore ha vissuto quindi fasi alterne per tutta la seconda decade, si è assestato attorno ai160-161 cents nella prima metà della terza e si è infine nuovamente impennato a fine mese, chiudendo il 29 agosto ai livelli massimi da inizio maggio.
La media mensile dell’indicatore composto risale a 163,08 rivalutandosi di un ulteriore 6,9% rispetto a luglio. Anche in questo caso si tratta del valore più elevato degli ultimi 3 mesi.
Forti incrementi si registrano per gli indicatori degli arabica. A cominciare da quello dei brasiliani naturali, che guadagna l’11,2% sul mese precedente riflettendo la perdurante incertezza sull’esito del raccolto 2014/15, che continua ad alimentare le pressioni speculative. Qualche indicazione più chiara in merito potrà giungere dalla terza stima Conab, la cui pubblicazione – inizialmente prevista per il 10 settembre – è slittata a martedì 16 settembre.
Variazione in doppia cifra anche per l’indicatore di New York (+10,4%), mentre colombiani dolci e altri dolci risalgono sopra la soglia dei 2 dollari, rivalutandosi rispettivamente del 9% e dell’8,2%. Sono invece addirittura in calo gli indicatori dei robusta, dopo la conferma che la siccità brasiliana non ha inciso negativamente sul raccolto di conillon, previsto anzi in consistente crescita.
Alla luce dell’evoluzione sopra descritta, si allarga la forbice tra i prezzi degli arabica e dei robusta, con l’arbitraggio New York-Londra che torna sopra il dollaro per la prima volta da maggio.
L’export mondiale di caffè in tutte le forme verso tutte le destinazioni è stato, nei primi 10 mesi dell’annata caffearia (ottobre 2013-luglio 2014), di 92,263 milioni di sacchi, in calo del 2% rispetto all’analogo periodo del 2012/13.
Va osservato – oltre al forte incremento degli imbarchi di colombiani dolci (+20,9%) – un consistente progresso nelle esportazioni di brasiliani naturali (+3,4%), alimentato attingendo massicciamente alle scorte di riporto dagli anni precedenti. Ciò rischia di amplificare le pressioni speculative, viste le previsioni negative per questo raccolto e i timori di un calo produttivo ancora maggiore nel 2015/16.
Sull’altro fronte si riscontra invece un buon reintegro delle scorte dei paesi importatori, passate dai 18,5 milioni di sacchi di marzo ai 21,8 milioni di fine giugno. Gli stock certificati del Liffe risalgono a livelli più rassicuranti (1,41 milioni di sacchi ad agosto) dopo aver toccato i minimi la scorsa primavera, mentre le scorte Ice sono in lieve calo.
I dati sui consumi evidenziano un andamento positivo anche per l’anno solare 2013, che segna una crescita del 2,46% sul 2012. L’incremento maggiore si registra nei mercati tradizionali (+3,5%) seguiti dai paesi produttori (+2,8%), mentre segnano il passo i mercati emergenti (-0,8%).