MILANO – Settembre dai due volti per i prezzi del caffè: prevalentemente al rialzo, nei primi 20 giorni, e costantemente al ribasso nell’ultima decade. Questo almeno l’andamento giornaliero dell’indicatore composto Ico nell’arco del mese trascorso. Secondo le statistiche del nuovo report dell’Organizzazione londinese, diffuso nel pomeriggio di venerdì, la media mensile dell’indicatore ha subito la sua quinta flessione consecutiva, questa volta decisamente più contenuta (-0,9%).
Le flessioni più marcate si registrano sul fronte degli altri dolci (-1,7%) e dei colombiani dolci (-1,4%). Più contenuto il calo dei robusta (-0,6%) e degli arabica (-0,3%). Gli indicatori di Londra e New York perdono rispettivamente il 2% e l’1,9%.
Interessante l’andamento dell’indicatore giornaliero, che è risalito da un minimo di 148,79 centesimi per libbra, toccato il 22 agosto, a un massimo di 160,17 il 19 settembre.
L’impennata maggiore è stata quella dell’indicatore dei brasiliani naturali, che si è rivalutato dell’8,1%. A spingere i prezzi al rialzo, un mix di fondamentali di mercato, fattori climatici e valutari, che hanno alimentato un sentiment positivo.
Il report cita, in particolare, l’andamento meteo in Brasile, con forti piogge nel Minas Gerais (oltre 3 volte la media storica).
Ma anche il nuovo calo delle scorte certificate dell’Ice Arabica, che potrebbe accentuarsi, nei prossimi mesi, per effetto delle nuove norme sulla certificazione approvate dalle autorità borsistiche newyorchesi.
Va osservato che le scorte dell’Ice Robusta hanno segnato invece un parziale reintegro crescendo di oltre un quarto. Il trend si è bruscamente invertito però dal 20 settembre in poi.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.