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ICO REPORT – Prezzi in forte ripresa nel primo mese dell’anno

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MILANO – Il report Ico relativo al mese di gennaio – diffuso nel tardo pomeriggio di ieri – giunge in un momento di turbolenza per il mercato degli arabica, le cui quotazioni sono risalite nei primi giorni di febbraio in area 130 centesimi, a livelli mai raggiunti dal maggio dello scorso anno.

Le novità emerse in queste ultime settimane sul fronte dei fondamentali sono state come un’iniezione di caffeina, che ha rianimato i mercati scuotendoli dal torpore dei mesi precedenti e causando più di qualche palpitazione agli operatori del settore.

L’indicatore composto Ico è – come al solito – la migliore cartina di tornasole. Da un minimo di 104,52 cents, registrato il 2 gennaio, l’indice ha raggiunto, a fine mese, un picco di 117,56 cents. La corsa al rialzo è proseguita nei primi giorni di febbraio.

Lunedì, la media giornaliera ha descritto una nuova impressionante impennata guadagnando 7,19 cents (+6,12%) e toccando un ulteriore massimo di 124,75 cents.

La media mensile ha segnato un incremento del 3,9% risalendo a 110,75 cents: il valore più elevato degli ultimi 4 mesi.

La spinta è giunta quasi esclusivamente dagli arabica, con colombiani dolci, altri dolci e brasiliani naturali che guadagnano nell’ordine il 5%, il 5,4% e il 6,2%. In lievissima flessione i robusta (-0,2%), mentre New York e Londra registrano rispettivamente un +6% e un +0,7%.

Da osservare – guardando ai differenziali – che l’indicatore degli altri dolci ha evidenziato a più riprese, nel corso del mese trascorso, valori superiori a quelli dei colombiani dolci, riflettendo una situazione di mercato caratterizzata da una ripresa produttiva della Colombia, cui fa riscontro un declino di tutti gli altri produttori di caffè lavati latino americani.

La novità saliente del report di gennaio è costituita dalla prima stima per il 2013/14 (cliccare per ingrandire).

Produzione 2013 - 14 Ico tabella report

In base ai dati disponibili, l’Ico prevede che la produzione mondiale si attesterà, nell’annata caffearia in corso, a 145,775 milioni di sacchi: un dato in lieve crescita (+0,5%), rispetto al precedente raccolto record di 145,116 milioni di sacchi del 2012/13.

Forte l’incremento della produzione di robusta (+7,2%), che supera per la prima volta i 60 milioni di sacchi. A ciò corrisponde una flessione degli arabica (-3,8), il cui raccolto si attesta poco al di sotto degli 85,5 milioni di sacchi. Rispetto all’annata precedente ha un’evoluzione positiva il solo dato dei colombiani dolci (+2,3%), mentre sono in calo gli altri dolci (‐9,1%) e i brasiliani naturali (-2,2%).

Arretra leggermente la produzione dell’Africa (-1,3%), nonostante la parziale ripresa dell’Etiopia (3,7%) e il calo tutto sommato marginale dell’Uganda (meno di 100mila sacchi).

Da notare gli ulteriori progressi della Costa d’Avorio (+2,9%), cui fanno da contrappunto le flessioni registrate da Tanzania (-32,4%) e Kenya.

Raggiunge invece un picco senza precedenti la produzione dell’Asia, che l’Ico stima in 47,334 milioni di sacchi, in crescita dell’11,7% rispetto al 2012/13.

Il merito va ascritto soprattutto al Vietnam, che registra quest’anno un raccolto record di 27,5 milioni di sacchi (+24,8%). Questo dato smentisce la tesi sin qui sostenuta da Vicofa (l’associazione vietnamita del caffè e del cacao), secondo la quale la produzione 2013/14 sarebbe addirittura inferiore del 15% a quello del 2012/13.

Sarà abbondante anche il raccolto dell’Indonesia, seppur in consistente calo (-8,4%) sull’annata precedente.

Alla luce dei nuovi dati forniti dal Coffee Board, la produzione dell’India risulta di 5,192 milioni di sacco, con una leggera flessione (-2%) rispetto alla campagna precedente.

Il raccolto di Papua Nuova Guinea risalirà infine a 1 milioni di sacchi.

Le dolenti note giungono da Messico & America centrale, dove la produzione subisce una forte battuta d’arresto (‐13,5%), principalmente per effetto dell’epidemia di ruggine del caffè, ed è destinata ad attestarsi poco al di sopra dei 16 miloni di sacchi, contro i 18,5 milioni del 2012/13.

Le previsioni sono negative per tutti i paesi. La produzione diminuirà del 9,9% in Messico, del 7,4% in Honduras, del 13,7% in Costa Rica, del 15,5% in Guatemala, del 19,9% in Nicaragua e del 37,9% nel Salvador.

Infine, la produzione dell’America meridionale scenderà dai 67,565 milioni di sacchi del 2012/13 a 65,959 quest’anno (‐2,4%).

La ripresa si consoliderà in Colombia, dove il raccolto sarà di 10,9 milioni di sacchi (+5,1%). Le prospettive appaiono positive anche alla luce dei dati del primo trimestre 2013/14, che hanno visto un incremento produttivo del 41,2% rispetto al pari periodo 2012/13.

La produzione del Brasile (cifre Conab) è di 49,152 milioni di sacchi, in lieve calo (-2,4%) rispetto al raccolto record del 2012/13. Come già riferito in queste colonne, la stima preliminare Conab per il 2014/15 appare deludente (nella migliore delle ipotesi, il raccolto supererà di poco i 50 milioni di sacchi), rispetto alle aspettative alimentate da alcuni analisti e da parte del commercio negli ultimi mesi del 2013. Il pessimismo è aumentato in queste ultime settimane, in ragione della forte siccità che sta interessando estese aree della coffee belt.

È emergenza roya, infine, anche in Perù (paese non appartenente all’Ico), dove la produzione calerà per il secondo anno consecutivo fermandosi a 4,2 milioni di sacchi, contro i 4,45 del 2012/13 e i 5,373 del 2011/12.

Il testo integrale del report in lingua inglese è disponibile al seguente link: http://www.ico.org/news/cmr-0114-e.pdf.

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