MILANO – Nel report mensile di novembre, l’Ico rifà i conti per le due annate trascorse, ma soprattutto rende nota la sua prima stima per l’annata caffearia attuale (2023/24), che prevede un’impennata della produzione mondiale (+5,8%) destinata a raggiungere il dato, senza precedenti, di 178 milioni di sacchi.
Ma andiamo con ordine, l’organizzazione londinese ha innanzitutto livellato al ribasso i dati sulla produzione 2021/22 e 2022/23, che stima ora in 168 e 168,2 milioni di sacchi.
Rivisti anche i dati sui consumi mondiali. Il dato per il 2021/22 è stato elevato di un milione di sacchi circa a 176,6 milioni.
Quello per il 2022/23 è stato invece tagliato drasticamente (-5,4 milioni), a 173,1 milioni.
Per effetto di queste rettifiche, il deficit complessivo tra domanda e offerta, per queste due annate, si attesta ora 13,5 milioni, 880 mila sacchi in meno rispetto a quanto sin qui stimato.
La produzione mondiale volerà nel 2023/24, secondo l’Ico, a 178 milioni di sacchi (+5,8%). Ma saranno da record anche i consumi, che saliranno a 177 milioni (+2,2%).
Si prefigura dunque un surplus di offerta contenuto, di appena un milione di sacchi.
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