MILANO – Stabilire una timeline certa per la decisione sulla sede dell’Ico. Lo ha chiesto qualche settimana fa il governo svizzero, attraverso la sua ambasciata a Londra, con una comunicazione all’indirizzo della direttrice esecutiva. Dopo l’Italia, anche la Svizzera ha avanzato, lo scorso luglio, la sua candidatura a ospitare la sede dell’Organizzazione internazionale del caffè, successivamente all’annuncio del governo britannico di non volere più sostenere le spese per l’attuale quartiere generale londinese alla scadenza del contratto di locazione.
Anche la proposta elvetica è decisamente solida. Oltre a vantare una netta supremazia negli scambi globali (il 55% circa dei commerci mondiali di caffè verde fa capo ad aziende svizzere), la Svizzera è sede di numerose istituzioni internazionali.
Ginevra è la seconda sede dell’Onu dopo New York. Sempre a Ginevra hanno inoltre la propria sede centrale – tra le altre – l’Organizzazione mondiale del commercio, l’Organizzazione internazionale del lavoro e numerose organizzazioni non governative.
Il governo svizzero è altresì disposto ad accollarsi parte delle spese per l’affitto della sede, nonché a fornire un contributo una tantum per le infrastrutture degli uffici e il personale.
La Svizzera propone all’Ico la seguente roadmap:
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