lunedì 23 Dicembre 2024
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Ico: Indicatore in ulteriore flessione per effetto del calo dei Robusta

Produzione ed export ai massimi storici, ma si temono i contraccolpi dell’epidemia di ruggine del caffè in America centrale Inizia il conto alla rovescia per i festeggiamenti del cinquantenario, in programma a settembre Per leggere subito l’originale con tutte le tabelle http://www.comunicaffe.com/files/coffee_market_report_april_2013.pdf

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MILANO – Prosegue il declino dei prezzi del caffè. Secondo il report mensile dell’Ico, diffuso nel pomeriggio di ieri, la media mensile dell’indicatore composto è scivolata ad aprile di un ulteriore 1,4% scendendo al valore di 129,55 centesimi per libbra: il livello più basso da maggio 2010. Al calo hanno contribuito questa volta soprattutto i robusta. L’indicatore giornaliero è partito da un valore di 131,04 centesimi il 1° aprile e ha toccato un primo picco di 131,83 centesimi il giorno 5. Per circa una decina di giorni, l’indice si è mosso entro una banda di oscillazione limitata, in area 128-129 centesimi.

Ico, cosa segnala il report

A metà mese il rimbalzo, con la risalita in area 130 centesimi e il raggiungimento del massimo mensile di 133 centesimi alla fine della seconda decade. Nella terza, l’andamento è stato quasi costantemente al ribasso. Il minimo mensile è stato rilevato il 29 aprile con il valore di 126,42 centesimi. Aprile segna comunque la fine della vistosa caduta dei prezzi degli arabica, che aveva caratterizzato il primo trimestre 2013. Se brasiliani naturali (-0,7%) e New York (-1,1%) segnano infatti una modesta flessione, la media mensile degli altri dolci rimane pressoché invariata e quella dei colombiani dolci guadagna marginalmente (+0,1%).

Arretrano invece i robusta, che segnano la prima variazione negativa su base mensile dall’inizio dell’anno solare perdendo il 4,3%. Scivola in modo analogo (-4,2%) l’indicatore di Londra, che si attesta a 93,15 centesimi per libbra. Colombiani dolci e altri dolci hanno toccato il mese scorso i loro livelli minimi rispettivamente da aprile e settembre del 2009. I brasiliani naturali sono scesi questo mese ai loro minimi da maggio 2010.

L’arbitraggio New York-Londra si è incrementato per la prima volta da gennaio di quest’anno

In primo piano nel report di questo mese i dati dell’export a consuntivo del primo semestre 2012/13. Nonostante la flessione del 3,9% subita a marzo, il totale delle esportazioni dei paesi membri dell’Ico segna sui 6 mesi un rilevante passo in avanti (+7%) raggiungendo il volume record di 56,1 milioni di sacchi, che proiettato su base annua, considerando gli ultimi 12 mesi disponibili (aprile 2012.marzo 2013), dà un volume complessivo di 113.153.005 sacchi, pari all’8,6% in più rispetto ai volumi imbarcati nei 12 mesi immediatamente precedenti.

Leggendo più da vicino i dati Ico disaggregati osserviamo che crescono robusta (+15%), colombiani dolci (+12%) e brasiliani naturali (+8,2%), mentre arretrano soltanto gli altri dolci (-8,3%)

Su base geografica, crescono i volumi di Africa (+30,2%), Asia&Oceania (+13,9%) e Messico&America centrale (+4,9% nonostante il propagarsi dell’epidemia di ruggine del caffè). Solo il sud America evidenzia una variazione negativa del 2%. L’export dell’Africa raggiunge i livelli massimi degli ultimi 10 anni, per una share che risale al 9,7% del totale dei paesi membri. Uganda ed Etiopia si confermano i due principali esportatori. Ma il dato più significativo è a nostro avviso quello della Tanzania, con un volume pressoché doppio (+99,4%) rispetto a quello del primo semestre 2011/12.

La quota sul totale dell’export di Asia&Oceania passa dal 34,5 al 36,8%, con Vietnam (+9,5%) e Indonesia (+71,4%) in grande evidenza, mentre risultano in calo le esportazioni dall’India (-7,4%). Cala marginalmente la share di Messico&America centrale, area dalla quale proviene il 13,2% delle esportazioni. In termini assoluti gli imbarchi crescono del 4,9%, con l’Honduras attestato su livelli analoghi a quelli dell’anno passato, il Messico in forte crescita (+18,9%) e il Guatemala in calo (-3,5%).

In flessione anche il sud America, che ha contribuito al 40,4% dell’export totale, contro il 44,1% del 2011/12. Il calo va imputato principalmente al Perù, le cui esportazioni diminuiscono di quasi un terzo, mentre si ha un incremento nei volumi di Brasile (+0,8%) e Colombia (+7,6%).

L’Ico conferma la stima sulla produzione mondiale di 144,7 milioni di sacchi. Il report non fornisce dati disaggregati per paese limitandosi a dire che i raccolti saranno in forte crescita in Africa (+16,9%), Asia&Oceania (+8,3%) e sud America (+11%), mentre è ipotizzabile sin d’ora un calo consistente (-15,2%) della produzione di Messico&America centrale. Concludiamo segnalando che ha fatto capolino – sulla prima pagina del report – il logo del cinquantenario dell’Organizzazione, che verrà celebrato ufficialmente in occasione della 111a sessione del Consiglio Internazionale del Caffè, in programma dal 9 al 13 settembre a Belo Horizonte, capitale del Minas Gerais, il più importante stato produttore del Brasile. Per leggere subito l’originale con tutte le tabelle http://www.comunicaffe.com/files/coffee_market_report_april_2013.pdf

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