MILANO – L’export in calo mette le ali ai prezzi, che risalgono prepotentemente a febbraio:così il report mensile Ico, da poco diffuso dall’organizzazione londinese. La media dell’indicatore composto è risalita, il mese scorso, a 174,77 centesimi per libbra rivalutandosi dell’11,4% rispetto a gennaio. La media giornaliera è oscillata tra un minimo di 169,47 e un massimo di 183,85 centesimi.
In crescita generalizzata tutte le voci dell’indicatore. Colombiani dolci e altri dolci registrano nell’ordine incrementi del’8,9% e 11,1%, salendo rispettivamente a 238,39 e 229,73 centesimi.
I brasiliani naturali guadagnano addirittura il 14,8% volando a 195,18 centesimi. I robusta lievitano dell’8,3% tornando, per la prima volta da ottobre, sopra la soglia del dollaro per libbra, a 103,93 centesimi.
Tali trend si riflettono nell’andamento degli indicatori Ico delle borse (media della seconda e terza posizione), con New York e Londra che si rivalutano rispettivamente del 9,8% e 13,2%, a 180,93 e 94,26 centesimi.
La volatilità intra-giornaliera rimane elevata, con valori in doppia cifra per i brasiliani naturali (12,1%) e Ice Arabica (12,6%).
Si accentua intanto la flessione dell’export, che contribuisce alla ripresa dei prezzi misurata dalle variazioni sopra esposte degli indicatori. Ripresa che è legata però anche ad altri fattori, quali: l’andamento climatico, la situazione internazionale, la crisi logistica, l’inflazione, i maggiori costi di produzione, le dinamiche commerciali e il comportamento dei produttori, che limitano spesso le vendite, in previsione di un’ulteriore ripresa dei prezzi.
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