MILANO – Rallenta ancora l’export mondiale: a novembre – secondo i dati Ico – le esportazioni hanno subito una flessione del 9% scendendo a 9.309 milioni, contro 10.225 nello stesso mese del 2018. La battuta d’arresto va imputata per intero agli arabica, che segnano una flessione del 14%, a 5,77 milioni. In netto calo tutte le tipologie: colombiani dolci, altri dolci e brasiliani naturali registrano rispettivamente un -7,6%, -14% e -16,3%.
Un’evoluzione che riflette la minore disponibilità della varietà più pregiata e contribuisce a spiegare l’impennata descritta dalla borsa di New York nei due mesi trascorsi.
L’export di robusta è in lieve ripresa (+0,7%), con gli imbarchi in forte accelerazione dall’Indonesia a compensare la rallentata attività del Vietnam.
Cali in doppia cifra per Brasile (-19,1%) e Vietnam (-19,6%). Frenano anche Colombia (-6,2%), Perù (-22,5%), India (-6,4%) e Honduras (-6,2%).
Triplica e più l’export dall’Indonesia (+211,8%) che sfiora i 640 mila sacchi. Positivo anche l’andamento dei tre principali esportatori africani: Uganda (+7%), Etiopia (+14,6%) e Costa d’Avorio (+12,5%).
Nei primi due mesi dell’annata caffearia 2019/20, le esportazioni mondiali registrano un calo del 10,8%, a 18,297 milioni, dai 20,515 dell’anno scorso.
Un solo segno più tra gli arabica (-11%): è quello dei colombiani dolci (+2,2%), con un volume di 2,6 milioni di sacchi.
Contenuto riservato agli abbonati.
Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.