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giovedì 21 Novembre 2024
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L’Ico corregge ancora le stime sui consumi e riscrive la storia

La situazione fotografata dall’ultimo report vede un taglio drastico delle eccedenze produttive negli anni trascorsi. Questa drastica revisione va imputata, quasi per intero, al forte incremento delle stime sui consumi, che sono state complessivamente elevate, per le 4 annate sopra indicate, di 18,1 milioni di sacchi. Intanto, gli indicatori evidenziano una forte ripresa dei prezzi trainata, in primo luogo, dall’indicatore dei robusta, ai suoi massimi dal 2011. In un webinar, Massimiliano Fabian, presidente del Consiglio internazionale del caffè, ribadisce il sostegno dell’Ico al nuovo Regolamento Europeo sulla Deforestazione Zero

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MILANO – L’Ico rivede ancora le sue cifre su produzione e consumi e riscrive così la storia di questi ultimi anni. Il nuovo report mensile dell’Organizzazione londinese conferma una sostanziale revisione al rialzo dei dati sui consumi degli ultimi anni, compresi quelli segnati dalla pandemia. E ridefinisce i saldi tra domanda e offerta nel periodo a cavallo dell’ultimo decennio.

Il tutto, mentre gli indicatori evidenziano una forte ripresa dei prezzi trainata, in primo luogo, dai robusta. La media mensile dell’indicatore composto si è rivalutata, ad aprile, del 5% risalendo a 178,57 centesimi: il livello più alto dallo scorso settembre.

Vola l’indicatore dei robusta, che cresce dell’8,7% e raggiunge quota 115,70 centesimi, livello massimo da giugno 2011. Sul fronte degli arabica, brasiliani naturali, colombiani dolci e altri dolci si rivalutano rispettivamente del 4,4%, 4,3% e 3,2%. Forti rialzi anche per gli indicatori delle borse: New York guadagna il 6,3%, Londra addirittura il 9,1%.

Il rally è iniziato a fine marzo ed è durato sino alla terza settimana di aprile, trovando supporto nei fondamentali. Il ripiegamento dell’ultima settimana viene attribuito dal report al rivalutarsi del dollaro nei confronti del real brasiliano.

Le novità di maggiore rilievo arrivano però – come già detto – dall’ulteriore revisione delle cifre su produzione e consumi. Già il mese scorso mese, l’Ico aveva rivisto considerevolmente al rialzo la stima sui consumi dell’annata trascorsa prefigurando un deficit di offerta ben più ampio rispetto a quanto precedentemente indicato.

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