MILANO – I dati deludenti sull’export colombiano risollevano i prezzi degli arabica. Il contratto per scadenza dicembre della borsa newyorchese aveva perso, lunedì 3 ottobre, ben 580 punti chiudendo a 215,75 centesimi, il livello minimo da inizio agosto. Un ribasso motivato, in primo luogo, dal buon andamento delle piogge in Brasile, che sta migliorando le prospettive per il raccolto del prossimo anno.
La seduta di ieri ha visto però un rimbalzo in territorio positivo, dovuto soprattutto alle notizie poco incoraggianti che arrivano invece dalla Colombia (vedi sotto).
Sempre più scarse inoltre scorte certificate dell’Ice Arabica, che sono scese, sempre ieri, a un nuovo minimo storico di 417.306 sacchi.
Dopo i discreti guadagni di lunedì (+20 dollari), l’Ice Robusta ha chiuso ieri con variazioni minime sulle principali scadenze. Il contratto per scadenza novembre è arretrato di un solo dollaro chiudendo a 2.172 dollari.
Ancora giù la produzione e l’export della Colombia, penalizzati dallo sfavorevole andamento climatico di quest’anno.
Secondo i dati forniti dalla Federazione nazionale dei produttori, a settembre si sono raccolti appena 834 mila sacchi da 60 kg di caffè: il 31% in meno rispetto allo stesso mese di un anno fa.
La produzione dei primi 9 mesi dell’anno scende, a sua volta, a 8,155 milioni di sacchi, in flessione del 10%.
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