Icam, azienda produttrice di cioccolato, ha mostrato negli anni uno spiccato interesse nei confronti della sostenibilità. L’obiettivo dell’azienda è chiaro: stabilire relazioni dirette con coltivatori e cooperative per gestire interamente e in modo integrato la filiera del cacao. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Andrea Bonafede pubblicato sul Corriere della Sera.
Icam nel segno della sostenibilità
MILANO – Filiera, persone, ambiente, innovazione. Sono questi i quattro pilastri su cui si basa l’attività di Icam, azienda produttrice di cioccolato da 209 milioni di fatturato nel 2022, nata nel 1946 in provincia di Lecco e oggi guidata dalla terza generazione della famiglia Agostoni-Vanini.
La società, infatti, ha legato da tempo la crescita del proprio business con il raggiungimento di importanti traguardi legati alla sostenibilità.
Questo impegno comincia con l’entrata in azienda della seconda generazione, in particolare con Angelo Agostoni, oggi presidente, che negli anni ’70 inizia a viaggiare nei Paesi produttori di cioccolato. L’obiettivo è chiaro: stabilire relazioni dirette con coltivatori e cooperative per gestire interamente e in modo integrato la filiera del cacao.
Una catena di approvvigionamento molto lunga, che parte principalmente da Sud America e Africa e arriva in Europa, Asia e Nord America.
Infatti, secondo un’analisi condotta da Icam per calcolare la propria Carbon Fotoprint, la voce più significativa proviene proprio dalle emissioni indirette, pari al 95%, con il cacao che contribuisce per l’86%.
Negli anni l’azienda è riuscita ad accorciare la filiera e oggi ricorre ai cosiddetti traderper circa il 20% del suo approvvigionamento: l’80% avviene tramite partnership dirette con coltivatori e cooperative, oppure attraverso l’intermediazione di un interlocutore.
Dalla tavoletta Bio alle collaborazioni in Uganda
“Questo ci porta a un duplice vantaggio: uno di prodotto, perché possiamo accedere al cacao che noi consideriamo di prima qualità, e uno etico, in quanto possiamo riconoscere ai coltivatori il prezzo corretto per la materia prima, cosa che spesso non avviene attraverso il mercato — spiega Giovanni Agostoni, global marketing & sales officer ed esponente della terza generazione in azienda —. Inoltre, siamo riusciti a far sottoscrivere il nostro Codice Etico al 97% dei nostri fornitori di cacao e al 100% degli altri fornitori di materie prime, come latte, zucchero e frutta secca”.
L’approccio etico e sostenibile ha permesso all’azienda di crescere anche dal punto di vista economico e strategico.
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