martedì 29 Ottobre 2024

Giovanni Agostoni ICAM: “2023 chiuso con un fatturato di 216,5 milioni, il 56% oggi è all’estero”

Agostoni: "Da sempre in ICAM ci impegniamo a produrre un cioccolato di alta qualità ma che sia al contempo rispettoso dei soggetti coinvolti nella sua coltivazione e lavorazione e verso il pianeta. Un impegno che si traduce in una presenza nei paesi di origine che crei valore per le persone e per l’ambiente, senza mai approfittarne"

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MILANO – L’appena nominato Presidente ICAM Cioccolato, Giovanni Agostoni, racconta la storia di un’azienda familiare che ha assunto posizioni rilevanti con il suo constante impegno negli anni, per la produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao.

ICAM, 75 anni di storia: cosa è rimasto lo stesso e cosa invece è cambiato?

“In questi oltre 75 anni ciò che è rimasto invariato, è la passione per quello che facciamo. L’attenzione che dedichiamo a preservare le proprietà organolettiche del cacao e, alle persone che se ne prendono cura lungo tutta la filiera, dai coltivatori nei paesi di origine fino alle persone che qui in azienda ogni giorno si occupano della sua trasformazione in tavolette, praline e semilavorati per l’industria e i professionisti.

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Un altro elemento che è stato da sempre un pilastro per noi, è l’impegno alla cura dell’ambiente e alle modalità attraverso le quali ci approcciamo alla salvaguardia del pianeta. Attraverso la formazione dei coltivatori sulle tecniche agronomiche più avanzate, in grado di preservare al contempo le piante di cacao e la biodiversità del suolo.

Infine, ma non meno importante, l’innovazione tecnologica che da sempre rappresenta l’elemento distintivo del nostro approccio alla produzione, a partire dall’introduzione della prima pressa verticale per l’estrazione del burro dalle fave di cacao, diventata poi uno standard per tutte le aziende operanti nel settore allo stabilimento di Orsenigo, cuore pulsante di una produzione tecnologicamente avanzata e al contempo sostenibile.”

Dalla vostra nascita a oggi, quali sono stati i maggiori cambiamenti tecnologici che hanno influenzato il modo di produrre il cioccolato?

Lo stabilimento ICAM (foto concessa)

“Da sempre in ICAM mettiamo la tecnologia e la ricerca al servizio della qualità del nostro cioccolato. Da quando abbiamo inaugurato la sede di Orsenigo nel 2010 ogni nuovo impianto introdotto ha rappresentato un segnale tangibile del costante processo di innovazione che ci caratterizza.

L’impianto di trigenerazione alimentato a metano, per esempio, ci permette di cogenerare energia e di produrre oltre all’energia elettrica, di sfruttare l’energia termica recuperata dalla trasformazione termodinamica in vapore e acqua calda per produrre acqua refrigerata per il condizionamento o per i processi industriali che nello specifico, per la produzione di cioccolato richiedono un importante utilizzo di acqua.

Un impianto dall’elevato valore tecnologico che ci permette di essere all’avanguardia anche nella produzione. Grazie infatti a linee produttive separate che rendono impossibile ogni tipo di contaminazione, riusciamo a mettere a disposizione di tutti i nostri clienti (B2B e B2C), prodotti certificati per rispondere a ogni specifica esigenza alimentare o intolleranza: dalla certificazione lactose free a quella gluten free e tante altre, che incarnano un modello di inclusività e sostenibilità sociale, consapevolezza e innovazione con l’obiettivo di raggiungere e semplificare le scelte alimentari dei soggetti intolleranti.

Una tracciabilità che ci impegniamo ad implementare lungo tutta le filiere del cacao e delle altre materie prime di cui ci riforniamo, ma che continua anche nel nostro stabilimento attraverso continue analisi e controlli effettuati in ogni fase della lavorazione (nel 2023 ne abbiamo contati oltre 14.000).”

Quali sono i contatti con l’origine e il rapporto lungo la filiera che Icam ha coltivato negli anni?

“Fin dagli anni ’70 la seconda generazione della famiglia Agostoni, Angelo in primis, ha intrapreso una serie di viaggi verso le più remote terre d’origine del cacao tra Africa e America Latina, per spiegare le migliori tecniche di coltivazione alle popolazioni locali.

Un approccio che abbiamo mantenuto vivo e che portiamo avanti ancora oggi, costruendo relazioni dirette con le cooperative di coltivatori per attivare una relazione di scambio di competenze reciproco e di supporto per garantire la migliore formazione possibile e alimentare un incremento costante della produttività dei loro raccolti e un conseguente miglioramento delle condizioni di vita degli agricoltori e delle loro famiglie.

In Uganda in particolare, nella regione di Bundibugyo, nel 2010 abbiamo fondato ICAM Uganda ltd. Un centro di raccolta e lavorazione del cacao dove i coltivatori della zona possono conferire il cacao raccolto gestendo le fasi di fermentazione ed essiccazione, fondamentali per la qualità del prodotto, all’interno di una struttura sicura e creata appositamente per valorizzare questo pregiato cacao d’altura biologico. garantendogli proprietà organolettiche uniche.

Oggi in Uganda ICAM ha ampliato ulteriormente la propria presenza attraverso altri due centri di lavorazione nelle regioni di Hoima e Mukono offrendo ai coltivatori la sicurezza di un reddito certo, oltre a interventi di assistenza educativa, sanitaria e sociale nei villaggi.”

Esportate i prodotti Icam in 73 Paesi nel mondo: qual è il vostro mercato di riferimento e quale vorreste conquistare strategicamente?

“Nel corso degli anni abbiamo intrapreso un percorso di crescita fatto di grandi investimenti industriali, finalizzati a mantenere alto il livello di innovazione dei nostri prodotti, e di progetti importanti nei paesi di origine del cacao dove garantiamo un’elevata qualità della materia prima attraverso un approccio sostenibile per l’ambiente e le persone.

Oggi, grazie a una profonda conoscenza della materia prima e un fortissimo spirito innovativo, siamo perfettamente in grado di interpretare le necessità di business dei nostri clienti, creando di volta in volta un’offerta ad hoc sulla base delle differenti esigenze.

Questo approccio ci ha portato a vedere crescere anno dopo anno la nostra presenza anche all’estero, che oggi rappresenta il 56% del nostro fatturato.

I paesi in cui siamo più presenti sono sicuramente quelli del Nord Europa e cresciamo in maniera consistente anche in America. Parallelamente stiamo assistendo a un crescente interesse nei confronti del nostro cioccolato in Medio-Oriente, dove abbiamo raccolto un riscontro fortissimo sul cioccolato di fascia premium.”

Che percentuale rappresenta l’Italia nel fatturato ICAM?

L’Italia rappresenta il 44% del fatturato complessivo dell’azienda. Nel nostro paese, oltre a una presenza consistente nel settore industriale e nell’ambito della private label, siamo presenti con i nostri marchi proprietari: Agostoni e ICAM Professional per ciò che riguarda il mondo professionale di pasticceri, cioccolatieri e gelatieri a cu offriamo un’ampia gamma di semilavorati del cacao studiati per esaltare ogni creazione; in ambito retail siamo invece presenti con Vanini, brand premium di tavolette e praline che quest’anno compia 10 anni.

I prodotti del brand Vanini sono la massima espressione dell’impegno di ICAM a mettere a disposizione del cliente prodotti realizzati con cacao di eccellente qualità lavorato per dare vita a ricette uniche capaci di stupire e conquistare una platea sempre più ampia di consumatori.”

Qual è il vostro risultato finanziario raggiunto nel 2023 e quali sono le previsioni per il 2024?

“Il 2023 è stato un anno positivo per noi che si è chiuso con un fatturato di 216,5 milioni di euro e un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Un risultato che rappresenta un ulteriore scalino all’interno del nostro percorso di crescita fatto di investimenti industriali finalizzati a mantenere alto il livello di innovazione dei nostri prodotti e di progetti importanti nei paesi di origine del cacao dove la nostra priorità è da sempre quella di garantire un’elevata qualità della materia prima attraverso un approccio sostenibile per l’ambiente e le persone.

Per il 2024 ci aspettiamo un dato di continuità in linea con i risultati del 2023, ma non possiamo non tenere conto dell’aumento del costo della materia prima unito alla sua scarsa disponibilità – motivo di preoccupazione e incertezza per tutto il settore.”

Il cacao è la materia prima senza cui non esisterebbe Icam: come state reagendo agli incredibili rincari che stanno influenzando il mercato e come invece affronterete il regolamento sulla deforestazione?

“L’aumento del costo del cacao, iniziato negli ultimi mesi del 2023 e cresciuto in maniera vertiginosa all’inizio del 2024, ha portato un grande stravolgimento nel settore e altrettanta confusione all’interno dell’intero comparto.

ICAM, come azienda che segue l’intera filiera del cacao – from bean to bar – sin da subito si è impegnata su due fronti: da una parte rafforzando le relazioni di lungo periodo con le cooperative di coltivatori nei paesi di origine, con l’obiettivo di fronteggiare il grande problema (connesso all’aumento dei prezzi) della disponibilità di questa risorsa; dall’altra parte, ad instaurare un dialogo continuo con i clienti, per essere sempre trasparenti nei loro confronti, comunicando e spiegando loro periodicamente l’evolversi della situazione.

La crisi che sta investendo il settore della produzione del cacao e strettamente connessa ai cambiamenti climatici in corso, le epidemie che hanno coinvolto due dei paesi principali produttori di cacao – Ghana e Costa d’Avorio – sono la dimostrazione pratica di un approccio che non è più sostenibile per il nostro pianeta e il regolamento sulla deforestazione rappresenta l’inizio di un cambio di passo importante.

In ICAM da sempre ci impegniamo, grazie anche al supporto di un team di agronomi presenti sul territorio, di formare i coltivatori nei paesi di origine sulle più avanzate tecniche di coltivazione, proprio per contrastare il fenomeno della deforestazione che mette a rischio anche la coltivazione del cacao, le cui piantine richiedono la presenza di alberi ombra.

In ICAM mappiamo tutte le nostre filiere e valutiamo tramite sistemi di geolocalizzazione e mappe satellitari il fenomeno nei territori in cui acquistiamo il cacao, con l’obiettivo di privilegiare le filiere in cui non è presente (filiere che proteggono territorio e biodiversità).

Inoltre, siamo produttori di cioccolato di qualità e l’80% del nostro cioccolato è biologico, una caratteristica che, già dai disciplinari per la certificazione BIO, richiede una grande attenzione all’ambiente e alla protezione della biodiversità.”

Qual è il vostro impegno sul piano della sostenibilità sociale e ambientale?

“Da sempre in ICAM ci impegniamo a produrre un cioccolato di alta qualità ma che sia al contempo rispettoso dei soggetti coinvolti nella sua coltivazione e lavorazione e verso il pianeta.

Un impegno che si traduce in una presenza nei paesi di origine che crei valore per le persone e per l’ambiente, senza mai approfittarne, in uno stabilimento qui in Italia che rispetti i più alti standard di sostenibilità ambientale e in una gestione interna che mira da sempre a valorizzare il lavoro delle singole persone in azienda, in un costante rapporto di dialogo che si estende anche al territorio in cui operiamo da quasi 80 anni.”

Cosa significa essere il maggiore produttore di cioccolato biologico al mondo?

“Abbiamo creduto nella validità di questo approccio sin dal 1997, anno in cui siamo diventati la prima industria italiana a produrre cioccolato biologico.

Si tratta di un modo di concepire il prodotto nel pieno rispetto degli elementi che lo compongono: all’assenza di trattamenti chimici e microbiologici si aggiunge il rispetto dei tempi e dei metodi naturali per ogni fase di trasformazione, dalla coltivazione alle fasi di preparazione, dall’immagazzinamento alla lavorazione. Oggi l’80% del nostro cioccolato e biologico, Fairtrade o Rainforest Alliance.

Ottenere queste certificazioni e quella bio in particolare, richiede un impegno molto importante ma rappresenta per noi la modalità che ci permette di portare avanti il nostro approccio e di attrarre quei clienti che, come noi, si impegnano ogni giorno ad avere un approccio sostenibile per l’ambiente e le persone.”

Sostenuti dalla vostra esperienza, Icam come vede il cioccolato del futuro?

“Il cioccolato nel prossimo futuro vedrà probabilmente un’ulteriore crescita nel prezzo a scaffale, un elemento che, considerando lo scenario attuale e la sempre maggiore attenzione alla sostenibilità della filiera, avrà una ricaduta sui costi in tutte le sue fasi.

Il nostro rimarrà sempre un approccio votato all’eccellenza che deve necessariamente includere il rispetto dell’ecosistema in cui si sviluppa la nostra materia prima e delle persone che la lavorano.

Continueremo a ricercare le migliori colture di cacao e a realizzare ricette uniche che garantiscano il posizionamento premium dei nostri prodotti.”

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