MILANO – L’industria di cioccolato e affini Morbegno, è orientata sulla Francia. Mentre un altro interesse dell’azienda riguarda la vaniglia del Madagascar. Si tratta di Icam e dei suoi progetti di espansione futura.
Icam tra Francia e Madagascar
«Nel Nord Europa noi siamo leader nel segmento bio e fair trade. – spiega a Radiocor Adelio Crippa. Il direttore generale della società lecchese.
– e guardiamo con attenzione alla Francia. Un grande mercato di sviluppo per questo tipo di prodotti».
Icam è ancora controllata all’80% dalle famiglie fondatrici Agostoni e Vanini
Mentre per il restante 20% da 7-8 soggetti legati alle medesime famiglie. Inoltre, è molto attenta alla sua presenza all’estero.
Il 58% del suo fatturato deriva proprio dall’export. (89 milioni sui 154 milioni del totale 2017). Con Gran Bretagna e Usa in prima fila, ma con vendite che hanno toccato 75 Paesi.
Russia, Madagascar e in sottofondo la Borsa
«Guardiamo anche al Far East e alla Cina – prosegue Crippa. – Ma sicuramente è più interessante la Russia come potenziale di crescita. Anche per una consolidata tradizione di consumo di cioccolato».
Infine, c’è il Madagascar. Qui, proprio nei giorni scorsi, sono state messe le basi per la costituzione di una società ad hoc (come già fatto nel 2010 in Uganda).
Icam guarda non solo alle fave di cacao
Ma soprattutto alla vaniglia i cui prezzi stanno aumentando molto a fronte di una produzione che non riesce a tener fronte alle richieste.
In questo spaziare di orizzonti c’è anche, in lontananza, la Borsa. «Una quotazione in Borsa non è obiettivo nel breve termine. – sottolinea Crippa. – Ma essere entrati a far parte del progetto Elite fa sì che la Borsa sia un sottofondo».
Il cioccolato bio e l’export spingono i conti 2017
Intanto il cioccolato bio e l’export hanno spinto i conti 2017 di Icam che ha chiuso l’anno con ricavi per 154 milioni. (+5% annuo).
Registrando così un nuovo massimo storico e punta di raggiungere i 200 milioni di giro d’affari dopo il 2020, tra il 2021 e il 2022.
Ma a spingere lo sviluppo della società lecchese. Fondata nel 1946 da Silvio Agostoni e Carolina Vanini, oltre all’export c’è anche il forte trend di crescita dei prodotti biologici.
Questi sono cresciuti del 14% a 86 milioni. Grazie anche al fatto che Icam è tra i primi produttori al mondo di cioccolato bio.
Un anno da record
«Siamo molto soddisfatti dell’andamento del 2017. – commenta Crippa. – Ci si confronta con un anno record. Abbiamo registrato un Ebitda di 20 milioni e un risultato netto di circa 8 milioni.
Per il 2018 puntiamo a un ulteriore riequilibrio della struttura patrimoniale. Con un patrimonio netto stimato a fine anno di 40 milioni. A fronte dei 31 milioni del 2017 e un indebitamento stimato a circa 55 milioni dai 65 dello scorso anno».
La strategia dello sgabello
«I 200 milioni d target di fatturato dopo il 2020 – prosegue il direttore generale di Icam – saranno raggiunti con quella che io chiamo la ‘strategia dello sgabello’
Ossia con un riequilibrio tra le nostre tre gambe: industria, private label e brand propri, rispettivamente a bassa, media e alta redditività».
Nel 2017 il 46% del fatturato di Icam è stato riconducibile all’industria; il 38% al private label e il 16% ai brand.
In questa direzione, di maggior equilibrio tra ‘le gambe dello sgabello’. Si inserisce l’idea di rendere il bio sempre più preponderante.
Unendolo però all’alta qualità rappresentata dalle linee Vanini e Agostoni (in omaggio ai due fondatori), quest’ultima recentemente presentata al Sigep 2018 con testimonial Ernst Knam.
Il tutto nel rispetto di quanto affermato dal fondatore di Icam, Silvio Agostoni. «il cioccolato non deve essere tecnicamente perfetto, ma straordinariamente buono».
Lo sviluppo di Icam
E’ stato soprattutto l’export che, segnando una crescita del 13%, raggiunge quota 89 milioni di euro. Il fatturato generato all’estero attualmente rappresenta il 58% del bilancio aziendale.
Questo grazie alle esportazioni in ben 75 Paesi, che vedono tra i mercati più rilevanti Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Francia e Paesi scandinavi.
L’andamento del fatturato evidenzia inoltre una forte crescita delle vendite di prodotto finito rispetto al prodotto destinato all’industria.
Tra le diverse aree di business, infatti, prosegue il trend positivo dell’area Private Label
La produzione di prodotti a marchio per le principali catene distributive italiane ed estere. – che nel 2017 ha raggiunto i 58,5 milioni di euro con un incremento del 12,5% rispetto all’anno precedente.
Sale a 24,5 milioni di euro il settore Brand
Icam propone sul mercato un ampio assortimento di prodotti con marchi propri. All’interno di questo comparto, anche il premium brand Vanini.
Questo, grazie all’ampliamento della gamma di referenze, ha registrato una crescita del 21% rispetto all’anno precedente. In linea con i risultati 2016, invece, l’andamento dei prodotti destinati all’Industria.
Il segmento che vede Icam operare come partner qualificato di prodotti per altre aziende alimentari. Quindi in linea con la strategia aziendale di consolidamento in tale canale finalizzata a concentrare maggiormente le energie per favorire la crescita nei canali di vendita a maggiore redditività.
“I risultati di bilancio mostrano una crescita costante con molte conferme. In primis i trend in aumento delle vendite nei mercati esteri e del cioccolato biologico. Di cui siamo tra i primi produttori al mondo. – ha dichiarato Angelo Agostoni, Presidente di Icam.
– Questi risultati sono stati raggiunti applicando una strategia di forte rinnovamento degli impianti produttivi. Oggi tra i più all’avanguardia in Italia.
Un percorso iniziato molti anni fa
Questo ha coinvolto tutte le fasi di produzione e che è proseguito anche nel 2017 con l’installazione di un nuovo modellatore presso lo stabilimento di Orsenigo.
Un macchinario in grado di aumentare la capacità produttiva, di ampliare la gamma prodotti. Soprattutto di garantire una qualità ancora superiore del nostro cioccolato”.
E ancora: “Nel 2017 la società ha anche ampliato il proprio profilo di redditività. Inoltre, ha reso ancora più equilibrata la struttura patrimoniale. Riducendo l’esposizione verso terzi.
Proseguendo sulla strada già intrapresa, quest’anno vogliamo puntare allo sviluppo di una strategia commerciale orientata nella crescita nei canali di vendita a maggiore redditività.
Sia attraverso ulteriori investimenti industriali in grado di aumentare ulteriormente la nostra capacità produttiva ma anche la nostra flessibilità. Sia anche attraverso una maggiore focalizzazione nella ricerca di una sempre migliore efficienza.”
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