Secondo quanto riportato dai media locali, almeno 10 macchine per la raccolta del tè sono state distrutte dai lavoratori di tè in Kenya nell’ultimo anno. Le manifestazioni hanno provocato la morte di un manifestante e diversi feriti. Una task force del governo locale vuole anche che venga approvata una legge per limitare l’importazione di macchine che sostituiscono i lavoratori. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Cristiano Volpi per il portale Africa24.
La rivolta contro le macchine in Kenya
KENYA – I raccoglitori di tè del Paese stanno distruggendo le macchine introdotte per sostituirli nel corso di violente proteste che evidenziano la sfida che i lavoratori devono affrontare man mano che un numero sempre maggiore di aziende agroalimentari si affida all’automazione per ridurre i costi.
Secondo quanto riportato dai media locali, almeno 10 macchine per la raccolta del tè sono state date alle fiamme in più occasioni nell’ultimo anno.
Le recenti manifestazioni hanno provocato la morte di un manifestante e diversi feriti, tra cui 23 agenti di polizia e lavoratori agricoli.
L’Associazione dei coltivatori di tè del Kenya (KTGA) ha stimato il costo dei macchinari danneggiati in 1,2 milioni di dollari (170 milioni di scellini kenioti), dopo che a maggio sono stati distrutti nove macchinari appartenenti a Ekaterra, produttore del marchio di tè più venduto Lipton.
A marzo, una task force del governo locale ha raccomandato alle aziende produttrici di tè di Kericho, la più grande città produttrice di tè del Paese, di adottare un nuovo rapporto 60:40 tra la raccolta meccanizzata del tè e la spremitura a mano.
La task force vuole anche che venga approvata una legge per limitare l’importazione di macchine per la raccolta del tè.
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