MILANO – I mercati del caffè rimangono in cerca di una direzione e a fronte della perdurante mancanza di notizie fresche sul fronte dei fondamentali permane una sostanziale debolezza di fondo.
I prezzi di Ice Arabica e Ice Robusta ristagnano rispettivamente attorno al dollaro per libbra e ai 1.300 dollari per tonnellata, che sono stati valori grosso modo centrali per tutto il mese di settembre.
E l’inizio di ottobre, mese importante nel calendario del caffè, non ha cambiato la sostanza.
Nella settimana a cavallo del mese, i range si sono anzi ulteriormente ristretti: a New York, appena 440 punti tra minimo e massimo intraday. Tra la chiusura minima e massima, la differenza è stata di 305 punti.
A Londra, 39 dollari hanno diviso il minimo e il massimo giornaliero della settimana. Tra la chiusura minima e massima, soli 28 dollari.
La settimana si è aperta con modesti rialzi: +25 punti, il 30 settembre, con il contratto principale (scadenza dicembre), che ha chiuso a 101,15 centesimi, dopo aver toccato un minimo giornaliero di 99,30 centesimi. Bilancio di fine mese: +430 punti rispetto all’ultima seduta di agosto.
Così il mese scorso
Range molto contenuti per i due mercati, il mese trascorso. Il minimo mensile è stato raggiunto il 5 settembre, con chiusura a 95,40; il massimo, il 12 settembre, a 103,60 centesimi.
Inizio mese ai minimi degli ultimi 9 anni per Londra, che ha chiuso il 5 settembre a un minimo di 1.272 dollari (intraday a 1.262) sulla scadenza principale.
Massimo mensile, l’11 settembre, con il benchmark nel frattempo risalito a 1.338 dollari.
Inizio debole a ottobre
Guadagni contenuti anche nella prima seduta di ottobre: +20 punti, con chiusura a 101,35 centesimi.
Il copione? Simile a quello del giorno precedente, con un’iniziale discesa sotto la soglia del dollaro e il successivo cambio di direzione, con risalita in territorio positivo.
I guadagni modesti dei primi due giorni della settimana sono stati spazzati via dalla seduta di metà settimana, che ha visto il benchmark ripiegare a 100,60 centesimi. I volumi rimanevano contenuti. E il range ristrettissimo: appena 155 punti tra minimo e massimo di giornata.
Nuovo cambio di direzione nella giornata di giovedì:
questa volta al rialzo, con un forte rimbalzo dai minimi, che ha fatto risalire il contratto principale a 102,05 centesimi, con un guadagno giornaliero nell’ordine dell’1,5%.
Ma la settimana si è chiusa con un ribasso del 3% nella seduta di venerdì, che ha riportato dicembre sotto la soglia del dollaro, a 99 centesimi.
Ice Robusta ai massimi settimanali nella seduta di giovedì, con il contratto per scadenza novembre a 1.320 dollari. Poi due sedute consecutive al ribasso, con il benchmark a 1.304 dollari mercoledì. I prezzi sono risaliti giovedì a 1.312 dollari.
Come a New York, la settimana si è chiusa però in ribasso, in questo caso sotto la soglia psicologica dei 1.300 dollari, a 1.292 dollari, non lontano dai minimi di inizio settembre.
Il punto
Per questa settimana è atteso l’arrivo di abbondanti precipitazioni, benefiche per la fioritura del raccolto 2020/21, che vedrà gli arabica tornare in ciclo positivo. È opinione dei più, tuttavia, che il prossimo raccolto non supererà quello record del 2018.
Ogni valutazione appare prematura comunque e per avere una prima idea del potenziale del nuovo raccolto bisognerà aspettare perlomeno sin a dicembre-gennaio.
Intanto, dopo due annate consecutive di surplus produttivo, il mercato fisico appare ben approvvigionato e privo di problemi immediati. Ma anche molto attento periodo fioritura e post-fioritura in Brasile, fondamentale per il buon esito del raccolto.
Occhi puntati – fronte robusta – sul Vietnam, dove si avvicina a grandi passi il periodo della raccolta.