MILANO – Dall’Australia giunge una nuova scoperta scientifica, che ha come protagonista i fondi di caffè esausti: in Italia sono diversi i casi attivati per recuperare questi materiali di scarto per trovargli una nuova vita (come è stato il caso della
silver skin, portato avanti dal Gruppo italiano torrefattori caffè o quello degli scarti esausti convertiti in
funghi), e ora, esiste la soluzione di mescolarli con il
cemento.
Alcuni ingegneri australiani nel team della Royal Melbourne Institute of Technology (RMIT University) infatti hanno sviluppato un metodo per rendere più compatto del 30% il cemento, proprio aggiungendo i fondi di caffè durante la preparazione dopo un processo già messo a punto.
Il lavoro è partito dai risultati di un altro studio del 2020 che ha rilevato che l’Australia genera circa 75.000 tonnellate di scarti di caffè ogni anno e che il 93% dei bar del Paese destina i fondi di caffè esauriti al classico circuito dei rifiuti.
Fondi di caffè e cemento: lo studio
La prima sfida è stata quella di poter integrare i fondi di caffè con il cemento armato, in quanto hanno bisogno di esser sottoposti a una particolare lavorazione prima di poter esser impiegati in questo modo, per eliminare il loro contenuto organico che li rende incompatibili ai legami con gli altri materiali.
Per questo lo studio ha elaborato un processo (a basso impiego energetico e privo di ossigeno) di riscaldamento dei fondi di caffè a temperature tra i 350 e i 500 gradi, che li trasforma in biochar (materiale carbonioso) per poi integrarli al cemento in determinate percentuali.
Il gruppo di studio ha registrato una maggiore resistenza del materiale finale con l’aggiunta di questo biochar
Gli autori della ricerca suggeriscono quindi che i fondi del caffè convertiti potrebbero essere utilizzati al posto della sabbia nelle miscele di calcestruzzo tradizionali, contribuendo così a ridurre l’estrazione di sabbia naturale dalle rive e dai letti d’acqua.