giovedì 19 Dicembre 2024
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I fondi del caffè alleati contro l’inquinamento delle acque: lo studio

Grazie all’aggiunta di cloruro di zinco per attivare il carbonio contenuto, gli scarti della bevanda possono rimuovere il bentazone in 70 casi su 100

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MILANO – Secondo uno studio effettuato dall’Università tecnologica federale del Paranà, la più antica istituzione universitaria brasiliana fondata nel 1912,  i fondi del caffè esausti, grazie all’aggiunta di cloruro di zinco per attivare il carbonio contenuto, possono rimuovere il bentazone in 70 casi su 100. La notizia è giunta dal portale d’informazione adnkronos che ha riportato lo studio.

Le proprietà dei fondi del caffè

Il bentazone è uno degli erbicidi più popolari nel campo dell’agricoltura ma anche uno dei più pericolosi: la stessa Epa (l’agenzia negli Stati Uniti per la protezione dell’ambiente) ha avvertito del suo possibile danno per la salute umana nelle acque di falda.

Ed ecco perciò che lo scarto dei fondi del caffè si rivelerebbe un valido aiuto contro l’inquinamento delle acque.

Questa non è di certo la prima volta che gli scarti del caffè presentano degli inaspettati benefici.

Infatti, uno studio svolto dall’Università del Texas a El paso e sostenuto da una sovvenzione del National Institutes of Health, ha scoperto che i Carbon Quantum Dots (CACQDs, ovvero nanoparticelle di carbonio di dimensioni inferiori a 10 nm, n.d.r.) derivati dai fondi di caffè esausti potrebbero proteggere le cellule cerebrali dai danni causati da malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson (ne abbiamo parlato qui).

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