MILANO – Fa parlare ancora di sé il Guatemala, Paese produttore di caffè che ha conosciuto per la prima volta questa coltura nel 1773. Con l’inserimento della pianta tramite i padri Gesuiti, cominciando la lunga tradizione caffeicola della zona. In queste terre, uno dei caffè più apprezzati è il Huehuetenango. Di cui leggiamo più nel dettaglio dal sito fondazioneslowfood.it.
Huehuetenango è situato ai piedi dei Cuchumatanes
Ovvero la più alta catena montuosa non vulcanica del Centro America, è una delle aree più vocate del paese per la caficoltura. Le correnti d’aria calda provenienti dall’istmo di Tehuatepec, infatti, incontrando l’aria fredda che soffia sulle montagne dei Cuchumatanes, consentono di coltivare caffè fino a 1900 metri. Ed è proprio alle altitudini maggiori che si ottiene il prodotto migliore.
Fino alla conquista spagnola del 1525, Huehuetenango è stata la capitale del regno Mam. Il suo territorio, nella parte nordoccidentale del Guatemala, al confine con il Messico, ha un’altitudine che va dagli 850 ai 3700 metri. E offre una straordinaria varietà di ecosistemi (dal bosco umido subtropicale alle pinete).
Le popolazioni indigene, che costituiscono la larga maggioranza degli abitanti, discendono da differenti popoli Maya
Tra cui i Mam, gli Akateco, i Chuj, i Kanjobal, gli Jacaltechi, ciascuno con una propria cultura e lingua ben distinta. A causa di una secolare esclusione sociale, aggravata dalla crisi internazionale dei prezzi del caffè dei primi anni duemila, sono fra i popoli più poveri del Centro America.
A Huehuetenango il caffè è praticamente una monocoltura
E l’economia della regione dipende dalla sua esportazione. L’unica via di uscita da questa situazione sfavorevole è diversificare: puntando sul caffè di altura e di alta qualità e introducendo altri prodotti (peperoncino, anice, ortaggi) nelle zone meno vocate.
Il caffè del Presidio è ricavato da piante di Coffea arabica (delle varietà Typica, Bourbon e Caturra) coltivate all’ombra di alberi ad alto fusto.
La raccolta è manuale
Le ciliegie sono staccate una a una e riposte in ceste di vimini legate ai fianchi. I chicchi sono estratti dalle bacche artigianalmente, attraverso un delicato processo di fermentazione che inizia entro quattro ore dalla raccolta e dura 24-36 ore. Dopo la spolpatura, i grani seccano al sole per almeno tre giorni, continuamente rivoltati con un rastrello.