MILANO – Il lancio di HostMilano ha l’aspetto di un corso di cucina stellata. Sarà che la location scelta per ospitare la presentazione della manifestazione sull’ospitalità, è stata la Scuola de La cucina italiana, in via San Nicolao 7, a Milano.
Ad accogliere gli ospiti, l’odore di cibo che cuoce, sul tavolo lucido da lavoro. Iginio Massari in prima linea con lo chef stellato Andrea Berton già armato di microfono. Tiene banco, il volto femminile di Fiera Milano, Simona Greco, Direttore manifestazioni. E, pronti a illuminare la stampa, la latte artist Chiara Bergonzi e il barista Federico Volpe.
Presentazione scoppiettante, come l’olio in cottura
Lo spazio era un po’ limitato, il giusto però per immaginarsi le prossime mosse, stretti di fronte ai fornelli, sgomitando tra piatti e padelle. Un’atmosfera legata da una macchina espresso Slayer, piazzata al centro della stanza-cucina, proprio accanto al piano di cottura. Sottolineando la relazione tra food e caffè.
Una presentazione particolare che già introduce bene l’apertura di Host, biennale internazionale dell’ospitalità, dal 18 al 22 ottobre
Le giacche degli imprenditori hanno sfilato fianco a fianco con i grembiuli. Simona Greco apre la discussione: “Tanti anni fa abbiamo dato importanza alla tecnologia dell’equipaggiamento e della materia prima, per rendere un prodotto finale di alto livello. Già allora, avevamo deciso di andare oltre la semplice manifestazione fieristica.
Agendo su due driver fondamentali: parlare di contenuti, facendo emergere il racconto che sta dietro la costruzione di un equipaggiamento e una materia prima; e poi le collaborazioni nazionali e internazionali. Due elementi messi insieme per raccontare il mondo del cibo.”
La 41ª è l’edizione dei record
Continua Simona Greco: “Oggi Milano è un po’ come New York negli anni ’80: la cucina qui è un connubio che tutto il mondo ci invidia e da cui partono tutte le novità.”
La ricetta di Host scivola per le mani dello chef stellato: Berton realizza delle ricette in evoluzione, tecnologiche
Una dimostazione pratica nei dolci con la tapioca cotta, stesa e essicata fino al risultato finale trasparente. La frittura dell’olio gonfia gli ingredienti e le narici del pubblico. Si fa quasi fatica a ricordare che si è tutti riuniti per l’anteprima di Host: sembra più, è, un assaggio di una portata di un menù stellato.
Gli sportelli degli abbattitori di temperatura, -30° in pochi istanti, aperti davanti agli occhi dei giornalisti, che hanno visto svilupparsi passaggio dopo massaggio la crema di carote. Il rumore del frullatore a coprire quello degli stomaci in azione di tutti i presenti, con l’acquolina in bocca, sempre più rapiti dalla potenza di ciò che propone l’horeca quando dà spettacolo con sostanza.
Il tema della sostenibilità fa capolinea nella cucina, intanto che sfrigola l’olio
E’ importante saper gestire gli ingredienti – dice lo chef Berton – oggi è giusto che anche il consumatore sappia cosa significa non sprecare.
Il dosare e l’ottimizzare la materia prima è un argomento che viene ripresa nella progettazione dei macchinari in azione nelle cucine. Anche per quanto riguarda la fine vita delle attrezzature: è essenziale seguirne tutto il ciclo di attività, pensando anche al riciclo e allo smaltimento.
Magicamente la foglia trasparente di tapioca esplode nella sua forma più croccante, bianca e gonfia: questa è la tecnologia della cucina secondo lo chef Berton. La materia prima trova nuova vita nella frittura. Le capesante sull’olio d’arachidi, il secondo condimento servito alle porte di Host.
Durante la presentazione si torna a parlare dello spettacolo di workshop e degustazioni che sarà Host
Più di 400 eventi, ogni giorno scandiranno la Fiera per tutti i settori. Con particolare attenzione alla formazione, l’informazione e lo scambio tra culture. Circa 155 Paesi coinvolti nel mondo della cucina. Degli ingredienti che si mescolano in un grande contenitore per produrre e pensare insieme format di accoglienza e tecnologie aderenti alle nuove tendenze.
Un po’ come le materie prime che si uniscono sui vassoi e sui piatti dallo chef stellato. Che intanto procede al disegno della sua pietanza, tra il colore delle carote e la crema di mandorle, con un tocco di verdure: sembra una tela che affascina i giornalisti che per un attimo solo hanno dimenticato la voglia di assaggiare.
Ad Host, in mostra i settori nelle loro evoluzioni possibili
Gli ingredienti e le abitudini di consumo sono continuamente in movimento. “La parola d’ordine di questi anni è la convivialità”, così come dice Simona Greco durante una presentazione che accoglie come dentro la parte più frequentata di tutte le case: la cucina. Un’anteprima che ha le caratteristiche di un workshop a contatto con i consumatori.
Il mondo della ristorazione è un teatro. Host ne è il retropalco
“Quando andiamo a Host, andiamo al luna park.” conclude lo chef Berton. Ma ormai nessuno più ascolta quasi i dati sulla fiera, nel momento in cui si lotta per accaparrarsi i pochi piatti divisi per la platea di giornalisti. La voce di Simona Greco viene coperta dallo scricchiolio della tapioca fritta nelle bocche degli ospiti. Penne poggiate sul tavolo, mani occupate a impugnare le forchette.
Host è una nuova opportunità di business
È importante per un’azienda ricreare un feeling e un’atmosfera che possa far immaginare nuove soluzioni negli ambienti della ristorazione. E dentro la fiera sarà possibile passare dai corridoi e gli stand aziendali, alla ricostruzione perfetta di un locale di Dubai.