MILANO – Horeca, consumi fuori casa, beverage: la pandemia ha già cambiato questo settore con il primo lockdown, la fase 2 e ora, con il ritorno delle restrizioni. Esattamente però di che salute gode questo mondo? Lo scopriamo leggendo i dati raccolti dal Consorzio distributori di bevande, in modo da avere un quadro più dettagliato di questo specifico contesto. Riportiamo i risultati dall’articolo di Simone Pazzato su repubblica.it.
Horeca: le reazioni al virus
Il mondo del beverage cerca di riprendersi dallo tsunami provocato dalla pandemia. I trend di vendita dell’estate raccontano di una ripresa importante, anche se non sufficiente a tornare sui livelli del 2019. Resta praticamente impossibile fare previsioni certe sul futuro, come aveva affermato Lucio Roncoroni, direttore del consorzio di distributori di bevande Cda, poco dopo la riapertura dei locali, ma è utile fare un primo punto della situazione 2020 con i dati condivisi con Osserva Beverage da parte del Consorzio, che comprende 100 aziende e lavora con più di 83.000 pubblici esercizi di tutta Italia.
Estate in miglioramento, soffrono le grandi città
Dopo un inizio anno (gennaio e febbraio) in crescita positiva e in linea con gli andamenti tipici del periodo, la pandemia e il relativo lockdown hanno provocato un crollo nelle vendite con il picco negativo massimo relativo al mese di aprile (- 97,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Il mese di maggio, pur nella negatività dei risultati, ha cominciato a evidenziare timidi segnali di ripresa (-72%).
I mesi di giugno (-25,5%), luglio (-9,3%) e agosto (-12%) hanno mantenuto il segno negativo rispetto allo scorso anno ma in netto miglioramento in confronto ai mesi precedenti. Complice la riapertura anche se parziale dei pubblici esercizi, la stagione estiva e gli spostamenti degli italiani.
Ovviamente nell’analisi dei risultati dell’estate 2020 vanno considerati diversi fattori importanti
Come il distanziamento e la riduzione dei posti nei locali, l’azzeramento quasi totale di sagre, feste e grandi raduni estivi, oltre alla mancanza dei flussi turistici degli stranieri.
Una lettura più attenta e approfondita dei dati del Consorzio di distributori evidenzia una geografia dei consumi che vede le grandi città soffrire in maniera più marcata: Milano, Firenze, Venezia, Bologna, Roma sono le città che hanno sofferto di più. Numeri che non si spiegano solamente con la mancanza del turismo straniero, ma anche per l’assenza di studenti universitari e non e dei lavoratori in smart working. Le migliori performance sono state ottenute infatti nelle città più piccole.
Considerati dunque i numeri dell’estate, il dato progressivo delle vendite nel periodo gennaio-agosto evidenzia un risultato del -35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tra i canali Horeca meglio i bar, calano i locali serviti
Come anticipato, i trend di vendita nei tre mesi estivi sono migliorati in maniera importante, seppur rimanendo all’insegna del segno meno. Il canale bar è quello che ha registrato le perdite minori: -20,2% a giugno, -5,7% a luglio e -10,7% ad agosto. Per quanto riguarda la ristorazione la tendenza è stata lievemente peggiore: -32,5% a giugno, -11,5% a luglio e -10,5% ad agosto. Infine il canale dei locali serali: -26,6% a giugno, -14,9% a luglio e -18,6% ad agosto.
Significativi anche i numeri che riguardano le attività servite. Secondo i dati Cda, nel totale progressivo relativo al periodo gennaio-agosto il numero di clienti serviti nel 2020 è stato di 51.000 esercizi, con un calo del 10% rispetto al 2019. Ciò significa circa 6.000 locali che dopo il lockdown non hanno riaperto.