MILANO – Si aggrava il bilancio dei danni arrecati dagli uragani Eta e Iota al comparto del caffè dell’Honduras. Danni che si riteneva dovessero riguardare soprattutto le infrastrutture e la logistica. Ma sembra ora che vi siano conseguenze rilevanti anche sulla produzione. Omar Funez – segretario generale del Consiglio nazionale del caffè (Conacafé) – ha tagliato infatti di oltre 760 mila sacchi da 60 kg la previsione sul raccolto di quest’anno. La stima è stata abbassata a 5,52 milioni di sacchi.
Eta e Iota si sono susseguiti, lo scorso novembre, a meno di due settimane l’uno dall’altro, più o meno con la stessa traiettoria.
E hanno lasciato sulla loro scia catastrofiche inondazioni, smottamenti e distruzioni in Centro America e nelle isole caraibiche colombiane.
A tre mesi di distanza si osserva tuttora una maggiore incidenza delle malattie causate dall’umidità e dall’eccesso di acqua nelle piantagioni. In particolare, della ruggine del caffè, che ha colpito con intensità variabile le aree di produzione.
Intanto, le operazioni di raccolta sono in ritardo di oltre un mese. Il raccolto è stato sin qui completato nel 55% delle aree.
Per quanto riguarda le infrastrutture, il governo ha varato un piano di ricostruzione delle strade e dei ponti nelle zone rurali, nonché lavori di drenaggio dei fiumi.
La furia degli elementi ha infierito su un paese già in preda a una grave crisi economica e sociale, aggravata dall’emergenza Covid.
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