MILANO – Continua la parabola discendente dell’Honduras: per il 2021/22, la produzione è prevista nuovamente in flessione del 12%, ad appena 5,5 milioni di sacchi. Grosso modo ai livelli della metà del decennio scorso. E ben al di sotto dei picchi produttivi, di oltre 7 milioni di sacchi, raggiunti tra il 2016 e il 2018. Il declino è cominciato nel 2019. Nel 2020/21, c’è stata una parziale ripresa. Ma le previsioni per il 2021/22 sono pessimistiche.
Il nuovo report dedicato all’Honduras di Usda ha rivisto al ribasso le cifre degli ultimi anni. La produzione 2019/20 è stimata ora in 5,597 milioni di sacchi, quella di quest’anno in 6,236 milioni. Per il 2021/22 – come già detto – è atteso un raccolto di 5,5 milioni.
Il calo produttivo per il prossimo raccolto è attribuito, in parte, alla maggiore incidenza della ruggine del caffè, favorita dai fattori climatici, con tassi di umidità nettamente superiori a quelli degli anni passati. L’Istituto del caffè dell’Honduras (Ihcafé) ha identificato 16 nuovi ceppi della crittogama, con gradi diversi di aggressività e virulenza.
La varietà Lempira, un tempo resistente alla ruggine, si sta rivelando sempre più vulnerabile. Un’altra varietà utilizzata da alcuni produttori – la Parainema – dimostra ancora un certo livello di resistenza.
Alle problematiche fitosanitarie si sommano le difficoltà legate alla pandemia, con una copertura vaccinale della popolazione ancora scarsa.
I protocolli ferrei di distanziamento continueranno a complicare il lavoro in piantagione, sia per quanto riguarda le cure agricole che per la raccolta.
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